Il governo, a caccia di coperture per gli interventi e le mance previsti dai suoi emendamenti depositati domenica sera, racimola risorse non solo a danno dei percettori del reddito di cittadinanza che lo riceveranno solo per sette mesi ma anche prorogando ulteriormente le concessioni sui giochi e ritoccando all’insù l‘aliquota ridotta sulla tassazione delle plusvalenze su terreni e azioni prevista nella prima versione della manovra.

Sale infatti dal 14 al 16% l’aliquota dell’imposta sostitutiva applicata ai valori di acquisto delle partecipazioni azionarie e dei terreni edificabili e con destinazione agricola. La norma consente di rivalutare i beni posseduti al 1° gennaio 2023 pagando appunto il 16% sull’intero valore della ricchezza azionaria o fondiaria invece di versare il 26% sul capital gain. Dalla misura originaria era atteso un gettito di oltre 1 miliardo nel solo 2023, 152,7 milioni nel 2024 e altrettanti nel 2025 (a fronte di perdite di 151,9 milioni l’anno nelle annualità successive), mentre dall’aumento dell’aliquota il governo si aspetta altri 166 milioni nel 2023, 43,5 nel 2024 e altrettanto nel 2025.

Vengono poi prorogate di un ulteriore anno, fino al 31 dicembre 2024, le concessioni per la raccolta a distanza dei giochi pubblici in scadenza al 31 dicembre 2022 che nel testo iniziale venivano prolungate fino a fine 2023. E aggiunge anche il bingo e gli apparecchi da intrattenimento. La prima norma, che prevedeva il pagamento di una cifra maggiorata del 15% rispetto al corrispettivo annuale versato in base alle precedenti leggi in materia, portava nelle casse pubbliche ben 3,6 miliardi. L’emendamento consente di incassarne altrettanti per la proroga al 2024, più 98,67 milioni nel 2023 e 176,68 milioni nel 2024 che arriveranno dalla società in possesso per bingo, apparecchi da intrattenimento e scommesse.

Articolo Precedente

Manovra, il mistero della norma sul pos cambiata in corsa nel passaggio dalle bozze al testo bollinato. Rendendola indigesta per la Ue

next
Articolo Successivo

Manovra, negli emendamenti del governo più fondi alle scuole paritarie e cambia il contributo agli atenei privati. Ma c’è un errore

next