Tre anni di persecuzioni, di fronte alle quali avrebbe pensato al suicidio. La vittima degli atti di bullismo è un ragazzo di 14 anni di Gragnano, in provincia di Napoli, che – secondo i carabinieri – sarebbe stato preso di mira da cinque ragazzi tra i 15 e 18 anni, quest’ultimo minore all’epoca dei fatti, tre dei quali destinatari di una misura cautelare e collocati in comunità. Tra i presunti bulli ci sono anche due ragazzi già indagati nell’ambito del procedimento penale relativo al suicidio di un 13enne, Alessandro Cascone, avvenuto lo scorso 1 settembre sempre nel paese dell’hinterland napoletano.

A svelare questo caso sono state proprio le indagini condotte dai carabinieri della stazione di Gragnano e coordinate dalla Procura presso il Tribunale per i Minorenni di Napoli, iniziate nel settembre scorso dopo la morte di Alessandro. Dai controlli dei militari è emerso il secondo caso: un 14enne che, da quando aveva 11 anni, era finito nel mirino di una banda di violenti. Accusati degli atti persecutori cinque indagati, di età compresa fra i 15 e i 18 anni, destinatari delle misure (l’unico 18enne era minorenne all’epoca dei fatti). Minacce e vessazioni sarebbero sfociate anche in una violenta aggressione fisica avvenuta nel settembre scorso, che avrebbe provocato alla vittima lesioni giudicate guaribili in 10 giorni.

Stando alla ricostruzione investigativa, la vittima sarebbe stata costretta a cambiare scuola nell’anno scolastico in corso. Nelle indagini il cerchio si è stretto a carico di tre destinatari dell’odierna misura cautelare e di un quarto soggetto non imputabile poiché minore di 14 anni per la rapina di un coltellino multiuso, avvenuta ad aprile scorso. Secondo quanto riferiscono i carabinieri, il giovane avrebbe infine subito sin dalle scuole elementari numerosi atti di bullismo da parte di un coetaneo, non destinatario dell’odierna misura cautelare poiché anche lui all’epoca dei fatti aveva meno di 14 anni e quindi non imputabile. I cinque componenti della babygang sono stati raggiunti questa mattina da un’ordinanza di misura cautelare per il collocamento in comunità, provvedimento emesso dal gip per le accuse di atti persecutori e per la rapina di un coltellino.

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