Muoversi per le nostre città per una persona con disabilità non è facile, anzi. La situazione del trasporto locale accessibile per tutti deve ancora molto migliorare, anche se alcuni passi in avanti sono stati fatti rispetto ad anni fa. Esiste una realtà variegata e diversa che cambia da città a città. In occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità, ilfattoquotidiano.it lancia un’indagine approfondita per fotografare gli aspetti positivi ma anche raccontare i principali disservizi e i problemi più gravi che ogni giorno sono costretti a subire migliaia di donne e uomini con disabilità. L’obiettivo è realizzare una serie di focus, dedicati alle principali città italiane e raccogliere le segnalazioni di lettori e lettrici (scrivi a redazioneweb@ilfattoquotidiano.it). Qui ci occupiamo di Milano, dove secondo associazioni ed esperti in materia la situazione è meno grave che in gran parte d’Italia, la nostra panoramica sull’accessibilità per una mobilità personale e inclusiva, prevista anche dalla Convenzione ONU per i Diritti delle persone con disabilità, si svilupperà in altre grandi città italiane spaziando da Nord e Sud. “Il capoluogo lombardo dispone di una rete di trasporto pubblico estesa ed efficiente, gestita da ATM. L’obiettivo è che questa rete possa essere utilizzata direttamente anche dalle persone con disabilità e per questo il Comune di Milano e ATM sono impegnati da tempo in un programma di progressivo miglioramento dell’accessibilità e fruibilità” dice Gabriele Favagrossa, esperto di trasporti accessibili di Aias e Ledha Milano (Lega per i diritti delle persone con disabilità).

Per i cittadini con disabilità muoversi all’interno della città è possibile, ma ci sono ancora diversi aspetti da migliorare, come ilfattoquotidiano.it aveva già documentato. “Il servizio presenta ancora alcune criticità dovute all’eredità di un passato in cui l’accessibilità non rientrava tra i criteri progettuali (linee 1 e 2 della metropolitana, alcuni modelli di tram e filobus, varie fermate dei mezzi di superficie). Tuttavia gli investimenti programmati e l’apertura al confronto con le associazioni della disabilità fanno prevedere un graduale superamento di questi problemi. Ora chiediamo di potenziare ulteriormente questo confronto, anche in vista del percorso verso le Olimpiadi e Paralimpiadi Milano-Cortina 2026 – evidenzia Favagrossa –“. Per conto del Comune, ATM gestisce inoltre un servizio di trasporto su percorsi non di linea, riservato agli alunni con disabilità della scuola dell’obbligo e a persone anziane in carico a centri aggregativi o assistenziali. Il Comune prevede anche un contributo economico a sostegno delle persone con disabilità o con particolari problemi di salute, che non possono fruire dei mezzi pubblici e utilizzano in alternativa l’auto propria, il taxi o mezzi specializzati per recarsi al lavoro, alla scuola non dell’obbligo o in strutture ospedaliere/riabilitative. Infine “in città circolano circa oltre 50 taxi attrezzati per il trasporto di persone in carrozzina” dichiara l’esperto di mobilità accessibile.

“Per andare al lavoro con 15-20 euro a corsa, pago fino a 680 euro al mese di trasporto” – Un problema significativo riscontrato nel capoluogo lombardo emerge quando le persone con disabilità motoria si recano al lavoro. Molti di loro per arrivare al proprio ufficio non possono prendere i mezzi pubblici ma devono fare riferimento a servizi privati gestiti da alcune cooperative di trasporto, con costi eccessivi anche a fronte del contributo individuale di sostegno alle spese fornito loro dal Comune. “Il problema è che i costi delle coop di trasporto sono proibitivi: si tratta di cifre che si aggirano per un minimo di 15-20 euro circa per singola corsa, a fronte di un rimborso comunale di soli 10 euro circa”. A dirlo al Fatto.it è Chiara Laganà con Atrofia muscolare spinale (Sma) che va al lavoro partendo da casa sua in zona Bicocca fino all’ufficio a Sesto San Giovanni. Facendo una serie di telefonate altre persone disabili hanno confermato il problema dei costi eccessivi da affrontare per un servizio di trasporto al lavoro per loro essenziale. “L’esborso effettivo varia a seconda delle mie esigenze da 320 euro fino a 680 al mese: in pratica quasi lavoro per pagare il trasporto. In aggiunta la beffa non finisce qui – sostiene Chiara – perché il Comune mi rimborsa le spese rendicontate con regolari ricevute di trasporto ogni 4 mesi, durante i quali io dovrei smettere di guadagnare per pagare il trasporto e vivere d’aria per poi avere il rimborso sopracitato” sottolinea. La realtà in cui si trovano a vivere donne e uomini nelle stesse condizioni di Laganà diventa molto difficile da accettare. “Per una persona come me, con una grave patologia degenerativa anche un raffreddore può essere pericoloso. D’inverno girare in carrozzina diviene doppiamente rischioso. Il trasporto per disabili per me è più che una necessità, rappresenta un elemento fondamentale della mia indipendenza quale persona avente una propria dignità, un diritto al lavoro e ad accedere alle stesse opportunità di chi diversamente da me non soffre di alcuna patologia. Per molti questa è una situazione insostenibile”. Quali possono essere le soluzioni? “Esistono due possibilità ragionevoli: la prima è che queste società applichino tariffe agevolate per l’uso continuativo, la seconda è che il Comune intervenga direttamente coordinandosi con queste società e gestendo il servizio con un rimborso diretto allo stesso Comune nel quale il disabile debba solo versare la quota, così come già avviene per altri servizi”.

Il contributo comunale per la mobilità rimborsato non prima di 4 mesi – Che ruolo ricopre l’amministrazione cittadina? Che tipo di servizi sono offerti a queste persone? Ilfattoquotidiano.it lo ha chiesto agli uffici dell’Assessorato alle Politiche sociali e abitative con delega sulla disabilità. “Per quello che riguarda il contributo nel 2021 per il sostegno alla mobilità erano circa 450 gli utenti beneficiari di tale misura, a cui si sommano circa 50 beneficiari di interventi straordinari (quelli che si fanno fuori graduatoria nei casi di comprovata emergenza)” dichiara l’Assessorato. Il contributo viene erogato grazie a un bando specifico comunale sulla base del criterio dell’Isee del beneficiario del contributo con un massimo di 3.500 euro totali all’anno destinati a coloro che presentano un Isee fino a 10mila euro, con un massimo di 2.500 euro se presentano Isee fino a 30mila euro, con un massimo di 2mila euro se presentano Isee con importo fino a 40mila euro. Contributo per il sostegno alla mobilità per persone con disabilità – Comune di Milano

Perché il sostegno viene erogato non prima dei 4 mesi circa e non mensilmente? “Il contributo – rispondono gli Uffici dell’Assessorato con delega sulla disabilità – è a rimborso, viene erogato in seguito alla presentazione della fattura delle spese sostenute, prevista ogni quadrimestre per dare il tempo agli uffici comunali di fare tutte le verifiche necessarie per legge prima di erogare il contributo. La misura è riconosciuta come integrazione alle spese di trasporto che i cittadini con problemi motori sostengono per recarsi presso il luogo di lavoro, la scuola o l’università frequentata, una struttura specializzata per una terapia o un intervento”. Per quello che riguarda il trasporto degli studenti in età di obbligo scolastico viene garantito dall’Assessorato all’Educazione grazie a una convenzione con ATM. Il trasporto scolastico per i disabili frequentanti le scuole secondarie di secondo grado è invece di competenza di Regione Lombardia che ha però affidato al Comune lo svolgimento di tale compito. “La Regione Lombardia dovrebbe coprire l’intero costo del servizio. Invece garantisce un contributo a rimborso di 0,40 cent/km che copre solo in minima parte il costo del servizio che il Comune garantisce sul territorio cittadino pur senza averne la competenza. In particolare, la voce di spesa comunale su questo capitolo ammonta a circa 1,9 milioni di euro (dati 2020-2021), a fronte di un rimborso regionale che l’anno scorso è stato di soli 195mila euro. Da considerare – aggiunge l’Assessorato alle Politiche sociali e abitative – che la Regione rimborsa sulla base dei km percorsi, non considerando il costo fisso dell’educatore che deve accompagnare i ragazzi con disabilità sul pulmino e che quindi non viene minimamente rimborsato”.

Gli altri servizi trasporti offerti per i disabili – Oltre al contributo per la mobilità, il Comune assicura una serie di altri servizi per i disabili: ad esempio sono oltre 900 gli utenti dei Centri Diurni per i Disabili (CDD) del Comune di Milano dove gli utenti tra i 16 e i 65 anni possono rimanere e fare attività con educatori e professionisti dalle 9 alle 16 dal lunedì al venerdì e usufruire del servizio di trasporto da casa al centro, andata/ritorno. Qui il contributo comunale rientra nella retta per accedere ai CDD e una parte di questa è a spese solo delle famiglie coinvolte. Inoltre, per i nuclei familiari in cui vi è almeno una persona in possesso di certificazione di disabilità e/o invalidità civile oltre il 73% è a disposizione la Misura 3 di sostegno al reddito del Comune. Chi ne ha diritto? “Per accedere a questi fondi è necessario essere residente da almeno un anno a Milano, avere un Isee inferiore a 6mila euro, non usufruire di altri sussidi erogati dalla direzione Politiche sociali o di altre misure di sostegno al reddito e non averne fatto richiesta”. Di che cifre parliamo? “Il contributo ammonta a 2mila euro – si tratta dell’importo massimo erogabile in base alle procedure vigenti, aumentato rispetto a quanto accadeva prima quando il Comune si fermava a 1.500 euro – ed è erogato in due tranche: un acconto al momento della sottoscrizione del progetto personalizzato e il saldo dopo sei mesi, alla conclusione del percorso”.

Atm: “Un piano straordinario per l’abbattimento delle barriere architettoniche” – “L’accessibilità della rete di trasporto pubblico è un tema molto importante per ATM e sono in corso interventi per abbattere le barriere architettoniche”, dice l’azienda controllata dal Comune. Cosa state facendo? “Nel dettaglio: sostituiremo tutti e 68 i montascale presenti sulle linee M1 e M2 (i nuovi impianti avranno una portata di carico maggiore consentendone l’utilizzo anche alle carrozzine motorizzate). Nel 2021 sono stati sostituiti 24 montascale e sono in corso quest’anno i lavori su altri dieci circa” risponde al Fatto.it Laura Brocca Direzione Relazioni Esterne ATM. “Sulla linea metropolitana M2 sono stati avviati nel 2021 i cantieri per la riqualificazione delle fermate sul ramo di Gessate che corre lungo la Martesana: 15 nuovi ascensori verranno installati nelle stazioni di Gorgonzola, Bussero, Cassina de Pecchi, Gessate, Vimodrone oltre che nella stazione di Cimiano in via di ultimazione”. Qual è lo stato attuale dell’accessibilità dell’intera rete da voi gestita? “Ad oggi tutti i bus in circolazione sono 100% accessibili, tram (tranne le carrelli, che sono i mezzi storici di Milano) e filobus lo saranno con il rinnovo della flotta già avviato. In metropolitana? Le linee M3 e M5 sono totalmente accessibili, M1 all’80% e M2 al 60% ma sono in corso interventi per ottenere la piena accessibilità per tutti” conclude Brocca.

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Disabilità, “garantire la mobilità di tutti dovrebbe essere una priorità. Basta nascondersi dietro la scusa che mancano i soldi”

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