La morsa dell’epidemia di Covid torna a stringersi sull’Italia, dopo un relativo ma non duraturo calo. Salgono, secondo il monitoraggio settimanale Iss-ministero Salute, ancora questa settimana i valori dell’incidenza dei casi e anche dell’indice di trasmissibilità Rt, che torna sopra la soglia epidemica dell’unità. L’incidenza settimanale a livello nazionale arriva infatti a 388 ogni 100mila abitanti (18-24 novembre) contro 353 della settimana precedente (11-17 novembre). Nel periodo 2-15 novembre, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato invece pari a 1,04 (range 0,80-1,31), in aumento rispetto alla settimana precedente – quando era a 0,88 – e superiore alla soglia epidemica. Il valore dell’indice di trasmissibilità Rt non superava la soglia epidemica dell’unità – che indica un livello di maggiore diffusione dell’epidemia di Covid-19 – da circa un mese. Lo scorso 28 ottobre era infatti pari a 1,11, sopra soglia, per poi scendere la settimana successiva, il 4 novembre, al valore sotto soglia di 0,95.

Aumenta l’occupazione dei reparti ospedalieri, mentre resta stabile l’occupazione delle terapie intensive. Il tasso di occupazione in terapia intensiva è infatti questa settimana al 2,5% (rilevazione giornaliera ministero della Salute al 24 novembre) contro il 2,5% della scorsa settimana (rilevazione al 17 novembre). Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale invece al 12% (rilevazione al 24 novembre) contro l’11% (rilevazione al 17 novembre). Aumentano da 3 a 5, questa settimana, le Regioni che registrano un’occupazione dei reparti ospedalieri ordinari da parte di pazienti Covid sopra la soglia di allerta fissata al 15%. Sono Emilia-Romagna (al 15,3%), Liguria (20,6%), Marche (15,5%), Umbria (31,3%), Valle d’Aosta (19,4%). Rispetto all’incidenza dei casi, la Regione che registra il valore più alto è, anche questa settimana, il Veneto con 694,9 casi ogni 100mila abitanti. Segue l’Emilia Romagna con 521,5 come emerge dalla tabella sugli indicatori decisionali che l’Ansa ha visionato. Che il trend fosse in aumento era emerso anche dall’andamento è tracciato dal report della Federazione italiana aziende ospedaliere (Fiaso) in base ai dati della rete degli ospedali sentinella con una inversione della curva dei ricoveri in terapia intensiva che in una settimana ha fatto registrare un sensibile rialzo con un aumento del 77% mentre per i ricoveri ordinari l’incremento è del 22,2%. In rianimazione permane una quota del 22% di no vax, età media 66 anni; mentre tra la restante parte di pazienti vaccinati, l’88% ha ricevuto l’ultima dose da oltre 6 mesi e ha in media 72 anni.

C’è anche il caso di chi si reinfetta. “Stiamo osservano un gran numero di reinfezioni Covid anche vicine nel tempo. E, purtroppo, anche tra chi ha fatto il primo ciclo di vaccinazioni. Un recente studio su Nature ha evidenziato, indipendentemente dall’immunizzazione, che coloro che contraggono una nuova infezione, presentano un rischio maggiore di mortalità per tutte le cause ma anche di ospedalizzazione. Quindi lasciar circolare il virus e non fare la quarta dose comporta dei rischi che, soprattutto gli anziani, non dovrebbero correre. È vero che oggi la malattia Covid è meno grave, ma la forte infiammazione che si genera può provocare dei danni, come ha scoperto lo studio” ha sottolineato all’Adnkronos Salute Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), commentando i dati del monitoraggio settimanale Covid dell’Iss-ministero della Salute. Sui reparti ospedalieri “non c’è particolare pressione, ma tra poco avremo anche il picco dell’influenza”, avverte e avere “come ha evidenziato il report dell’Iss un Rt a 1,04, quindi sopra la soglia epidemica, vuol dire che i casi aumenteranno. Quindi Andreoni – non c’è emergenza, ma dobbiamo essere pronti anche a confrontarci con un rialzo delle infezioni”.

“Direi che quello che emerge dal monitoraggio Covid è un andamento previsto di questa onda di risalita, che definisco onda e non ondata, e che incrementerà secondo i modelli matematici fino a oltre il mese di dicembre – spiega Fabrizio Pregliasco, docente di Igiene dell’università Statale – . Credo che questi dati dimostrino come le condizioni meteorologiche favorenti, la nuova variante Omicron in ascesa”, cioè la famiglia Cerberus di BQ.1 e BQ.1.1, “e la copresenza anche di forme influenzali creeranno un po’ di problemi agli ospedali. Però ora siamo in grado di gestirli meglio”.

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