Tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio dei Settanta la Porsche dominava la scena del motorsport turismo. Così, nel 1972, per dare un taglio a quello strapotere, la BMW sfornò la 3.0 CSL, una versione maschia del coupé E9. Il suo asso nella manica? La leggerezza: grazie a cofani e portiere di alluminio, finestrini e lunotto di plexiglass, il peso scendeva di 130 kg rispetto al modello di serie e le prestazioni diventavano super.

Per celebrare la suddetta icona, BMW toglie i veli alla nuova 3.0 CSL: si tratta di un’edizione limitata ad appena 50 pezzi, basata sull’ultima generazione di M4 e riservata ai collezionisti più facoltosi ed esigenti. La somiglianza con l’edizione primigenia è evidente, specie per quanto concerne l’aerodinamica. Il resto lo fanno ingredienti come la trazione posteriore, il cambio manuale, la fibra di carbonio – utilizzata per tenere bassa la massa di spoiler, tetto, passaruota e cofani – e lo scarico con silenziatore di titanio.

La cura estetica, oltre che per i grossi alettoni che sovrastano retrotreno e lunotto, include passaruota allargati e inediti paraurti. Nuovi pure la geometria delle portiere. Sotto al cofano scalpita un 6 cilindri in linea biturbo, da 3 litri di cubatura e 560 cavalli di potenza, scaricati a terra dalle ruote posteriori tramite un differenziale autobloccante a controllo elettronico. La dotazione prevede infine sospensioni attive e impianto frenante carboceramico. Da Monaco di Baviera bocche cucite su prestazioni e prezzi, presumibilmente entrambi da infarto.

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