Musica

Maneskin, Damiano David: “Eviterei una seconda ondata di musicisti che muoiono gonfi di medicinali o impazziscono, la sovraesposizione distrugge”

In un'intervista a Vogue Italia, la band si è confrontata con il direttore creativo di Gucci Alessandro Michele parlando anche dei lati negativi del successo...

di F. Q.

Che “controindicazioni” ha il successo? Una la raccontano i Maneskin a Vogue Italia in una intervista fatta dal direttore creativo di Gucci, Alessandro Michele. Al noto ed apprezzato designer, la band racconta di come loro vita al massimo tolga tempo all’arte e alla scrittura: “La cosa che più mi manca è avere del tempo per crescere come musicista”, spiega Thomas Raggi. E Victoria De Angelis rilancia: “Da un paio d’anni siamo in un moto perpetuo, ed è pazzesco ma anche pericoloso perché la mancanza di tempo rischia di intaccare il lato artistico: può capitare che ci troviamo a scrivere una canzone in cinque giorni ed è davvero insensato, dovremmo prenderci tutto il tempo del mondo per la nostra musica”. Scrivere una canzone in cinque giorni non deve essere semplice, soprattutto se c’è “l’obbligo” a farlo a non si tratta di ispirazione. Ma a parlare ancora più chiaro è Damiano David: “La sovraesposizione e il lavorare troppo oltre alle proprie possibilità è quello che ha distrutto le carriere dei migliori artisti delle ultime generazioni. Quando non riesci più a viverti la tua vita perché da una parte sei sommerso dalle responsabilità e dall’altra sei divorato dalla paura di sparire (cosa succede se dico di no all’intervista, alla tv, al tour), inizi a soffocare. Eviterei una seconda ondata di musicisti che impazziscono o muoiono gonfi di medicinali: ci sono tanti buoni artisti, me li terrei in salute per i prossimi anni!”

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