Uffici chiusi fino a lunedì prossimo, senza dare ulteriori motivazioni o dettagli. Twitter ha comunicato ai dipendenti che gli uffici dell’azienda saranno temporaneamente chiusi, con effetto immediato, fino a lunedì prossimo. L’annuncio arriva successivamente alle notizie secondo cui circa mille dipendenti – dei 3500 rimasti dopo il drastico taglio di inizio novembre – hanno dato le dimissioni dopo che il nuovo proprietario Elon Musk li aveva invitati a firmare un impegno a “lunghe ore di lavoro ad alta intensità oppure ad andarsene”. Il messaggio con cui Twitter ha comunicato la chiusura prosegue dicendo ai dipendenti “di continuare a rispettare la politica aziendale astenendosi dal discutere informazioni riservate sui social media, con la stampa o altrove”. Secondo alcune ricostruzione alcuni dipendenti hanno chiuso la comunicazione mentre Musk stava ancora parlando e hanno lasciato l’azienda. Nel corso della notte sui muri della sede di San Francisco sono state proiettate scritte contro il nuovo proprietario che ha rilevato il social per 44 miliardi di dollari.

La fuga dal sito di microblogging ha trasformato in trend l’hashtag #RIPTwitter, visto che il social è stato letteralmente svuotato di figure cruciali, soprattutto ingegneri, che finora ne hanno consentito il funzionamento e garantito la sicurezza. Appena assunto il controllo Musk ha licenziato tutta la prima linea del management per poi procedere con il dimezzamento dell’organico attraverso comunicazioni via email. Nella fretta dell’operazione alcuni addetti sono stati licenziati per errore e poi richiamati in servizio poco dopo. Il fondatore di Tesla rivendica, non esibendo dati, il fatto che gli accessi a Twitter non siano mai stati così alti come quelli registrati dal momento del suo arrivo. Musk rivendica inoltre che una cura choc sia l’unico modo per riportare il social su un sentiero di redditività.

La tragica ironia è che alcuni sono stati licenziati per errore, altri sono stati cacciati prima che i vertici si rendessero conto che il loro lavoro e la loro esperienza era necessaria, anche per le modifiche strategiche pensate dal miliardario. Musk aveva inoltre avviato la crociata contro lo smart working, con la minaccia di dimissioni automatiche per chi, al netto di impedimenti fisici o personali, non si fosse presentato di persona al lavoro. Un punto su cui ha dovuto fare una parziale marcia indietro, investendo i manager della responsabilità di verificare che le prestazioni dei dipendenti in remoto si mantengano “eccellenti”. L’esodo di massa riguarda anche gli utenti. E forse nel tentativo di arginare l’emorragia di account, Musk ha annunciato di averne riabilitati alcuni che erano stati banditi ma non quello dell’ex presidente Donald Trump. Riabilitati gli account della comica Kathie Griffin che si era finta sul social il patron di Tesla, dello psicologo Jorden Peterson, che era stato sospeso a giugno a seguito di un post sull’attore transgender Elliot Page che infrangeva le regole suo discorsi d’odio, e del sito comico conservatore Babylon Bee.

Le pratiche di gestione aziendale di Musk non sono soltanto nel mirino dei dipendenti di Twitter. Nove dipendenti della sua azienda aerospaziale SpaceX hanno infatti rivelato di essere stati licenziati per aver criticato il magnate in una “lettera aperta”, critica condivisa nei giorni scorsi in una chat interna. Nel documento gli impiegati attaccavano il “comportamento dannoso di Musk su Twitter”, dopo che il magnate aveva utilizzato il social per fare luce sulla notizia che SpaceX aveva risolto una denuncia per molestie sessuali nei suoi confronti. “Il comportamento pubblico di Elon rappresenta per noi una frequente fonte di distrazione e imbarazzo“, si legge nella lettera.

Secondo quanto riferito, i dirigenti di SpaceX inizialmente si sono mostrati comprensivi con i dipendenti ma poco dopo la presidente Gwynne Shotwell ha fatto marcia indietro dichiarando che “la lettera e le successive sollecitazioni hanno messo in difficoltà gli altri dipendenti, che si sono sentiti bullizzati e intimiditi perché qualcuno faceva pressione affinché firmassero qualcosa in cui non si riconoscevano”. Mentre il vice presidente Jon Edwards ha definito la lettera un atto estremista, ammettendo che gli autori sono stati licenziati per aver creato caos nella compagnia e criticato Musk. Il patron di Space X ha smentito le accuse e Shotwell ha poi inviato un’email ai dipendenti smentendo la storia. Il caso, comunque, solleva nuove domande sulle pratiche di gestione nelle aziende di Musk, sulla poca tolleranza per il dissenso o l’organizzazione del lavoro.

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