“A corta distanza” è il titolo di un bel libro sulla boxe, scritto da Federica Guglielmini e Virginia Perini, nel quale i protagonisti del pugilato italiano si raccontano a cuore aperto. Ma non solo. E’ il primo volume in Italia sul tema a essere firmato da due autrici donne ed è diventato, nei mesi che sono trascorsi dall’uscita del volume, un progetto per avvicinare la boxe a tutto quello che vi ruota intorno: le persone, l’arte, i media, la scuola, le istituzioni religiose, la società. “Accorciare insomma nuovamente la distanza con il nostro Paese – racconta al fattoquotidiano.it Guglielmini, educatrice, scrittrice e poetessa – un po’ come succedeva quarant’anni fa quando il pugilato era in auge in Italia. Bisogna ripartire, raccontandolo nuovamente. Prossimamente abbiamo numerosi appuntamenti nelle scuole della Lombardia, licei, medie ed elementari. Perché la boxe è una materia multidisciplinare. È un’arte e un’occasione di fare un viaggio interiore per conoscere se stessi”.

E i giovani oggi ne hanno bisogno? “Certamente. Per formarsi e divertirsi. Oggi i ragazzi non hanno creatività e non riescono a sviluppare l’immaginazione. La boxe ha salvato anche me da un momento difficile della mia vita. L’ho scoperta come lettrice perché è la disciplina più letteraria che esista vedi Dickinson e Hemingway, poi dopo un viaggio negli States sono entrata nella palestra Ursus a Milano, erano gli anni del grande maestro Angelo Pomé”. Oltre che nelle scuole l’idea è quella di portare il libro-progetto nel mondo religioso. “Per esempio accorciando le distanze con le diocesi – continua la Gugliemini – come succedeva un tempo negli oratori, luogo di aggregazione. Io ci sto provando. Le città avrebbero una risorsa in più per affrontare la fragilità giovanile che è dilagante dopo la pandemia. Boris Johnson anni fa investì proprio negli sport da contatto per fronteggiare il degrado dei quartieri. Per riportare la boxe nel cuore degli italiani dobbiamo dare loro gli occhi per riconoscerla e sono sicura che ognuno di noi troverebbe il pugile che lo abita.

Viviamo un momento storico talmente difficile che ci sta riportando agli anni della boxe quando si combatteva per portare a casa da mangiare. Ho fatto mia la resilienza dei pugili e questo dono se lo meritano anche gli italiani. Dalle parole di un manager italiano: serve un popolo di pugili per rialzare l’Italia”.

Massimo Barrovecchio, Nino Benvenuti, Stefania Bianchini, Leonard Bundu, Franco Cherchi, Salvatore Cherchi, Simone Cicalone, Francesco Damiani, Luca De Franco, Giacobbe Fragomeni, Simona Galassi, Valeria Imbrogno, Rocky Mattioli, Gianni Minà, Dario Morello, Patrizio Oliva, Giuliano Orlando, Angelo Pomè, Stefano Sirtori, Dimitris Statiris, Maurizio Stecca, Mario Ireneo Sturla, Feuei Tola, Fabio Turchi e Giulio Zito. L’elenco degli intervistati per il libro uscito per le Edizioni Tabula Fati è lunghissimo e tocca tutti i ruoli della boxe. Da quello principale che sale sul ring al manager passando per il maestro, il giornalista, l’arbitro, l’appassionato, l’artista, il medico.

“Sono stati tutti incontri toccanti – dice Guglielmini – dovessi citarne tre, direi i pugili Rocky Mattioli e Maurizio Stecca e il medico Mario Ireneo Sturla, che crede anche lui come me nel potere culturale e salvifico della boxe”. Il prossimo evento è previsto in Libreria Popolare di via Tadino a Milano giovedì 17 novembre. Le autrici presentano il libro nel giorno in cui ci sarà anche l’inaugurazione dello scaffale permanente dedicato al pugilato. L’artista Feuei Tola espone “Donne sul ring”, sculture e radiografiche ispirate alla boxe. Saranno presenti il giornalista Giuliano Orlando, il docente e poeta Dome Bulfaro e i campioni Renato De Donato, Rocky Mattioli, Dario Morelli, Luca Rigoldi (attuale campione dell’Unione Europea dei Supergallo) e Lorenzo Zanon. “Ci tengo inoltre ad aggiungere – conclude la scrittrice – che la natura artistica della boxe mi ha portato a creare anche un movimento culturale di cui fanno parte artisti, docenti, scrittori e appunto pugili”.

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