È una terapia che può essere respingente alla sola idea, ma dal 2004 è autorizzata sistema sanitario pubblico britannico (National Health Service). Il trattamento con i vermi superare la resistenza agli antibiotici – come racconta il Telegraph – viene maggiormente utilizzato. Il numero di trattamenti somministrati “è aumentato di quasi il 50%” in dieci anni. Nella storia moderna questa tecnica si è diffusa durante la I guerra mondiale , “quando un chirurgo notò che le ferite dei soldati guarivano più velocemente quando venivano ‘colonizzate’ dai vermi”, spiega il quotidiano britannico. Il rimedio fu poi gradualmente abbandonato a partire dagli anni ’40, con la comparsa degli antibiotici.

La resistenza agli antibiotici è un tema molto importante di salute pubblica che fa migliaia di morti l’anno, i dati relativi all’Italia per 2019 erano di 10mila morti e 500mila per l’intera Europa. La resistenza consiste nella capacità di alcuni batteri di sopravvivere e moltiplicarsi pur in presenza di uno o più antibiotici e quindi di continuare a causare l’infezione. Un fenomeno che ci costerà secondo l’Ocse 13 miliardi entro il 2050 per contrastare tutte le conseguenze.

Le alternative quindi sono importanti. “Con lo sviluppo della resistenza agli antibiotici, sta diventando più difficile curare le ferite, e quindi i medici sono costretti a tornare a questo approccio antiquato”, afferma il Telegraph . Nel 2004 il Nhs ha quindi autorizzato l’uso della terapia dei vermi e da allora BioMonde, un’azienda britannica, alleva “migliaia di mosche verdi ogni anno, per la vendita e in tutta Europa”. La tecnica consiste nel posizionare una “bustina di tè” piena di larve sulla ferita del paziente per un massimo di quattro giorni. “Così succhiano tutto questo porridge attraverso il sacchetto, e poi rimuoviamo il sacchetto pieno di umori dalla ferita”, spiega Yamni Nigam, professore di Scienze della salute presso l’Università di Swansea, nel Galles. Ma nonostante le piccole dimensioni dei vermi – meno di 1 millimetro – questa terapia scoraggia ancora molti operatori sanitari.

Articolo Precedente

Covid, lo studio su Nature: “Con equa distribuzione dei vaccini un milione di vite in più salvate nel mondo”

next
Articolo Successivo

Covid, plasma dei convalescenti vaccinati “neutralizza tutte le varianti di Omicron”

next