Per i tifosi potrebbe essere l’ultima frontiera del fantacalcio, ma il paragone non regge perché col classico gioco di fantasia c’entra poco. Qui siamo nel mondo delle criptovalute, ma applicate al calcio. Anzi, ai calciatori: un token per ogni giocatore della Serie A, con cui investire (e quindi monetizzare) sulle prestazioni dei propri beniamini, e perché no, chissà magari un domani persino comprarsi un pezzetto del loro cartellino. È l’idea di Starcks, la app italiana lanciata da Emanuele Floridi, in partnership con l’agente Alessandro Moggi (il figlio di Luciano) e Ciro Immobile, a testimonianza di quello che dovrebbe essere il coinvolgimento diretto dei campioni.

Di blockchain, la tecnologia che consente di gestire in modo sicuro i registri di dati e informazioni, si parla da anni. Lo stesso vale per le criptovalute, la moneta virtuale il cui vero potenziale e valore nessuno è riuscito ancora a decifrare. È un universo inesplorato a cui il sistema calcio, alla disperata ricerca di nuove fonti di ricavi, ha cominciato a guardare timidamente da qualche tempo, ma sempre con accordi di “squadra”: i token dei club, gli Nft della Serie A. Senza invadere i campi di competenza di società o leghe, Starcks prova a ribaltare l’approccio, e puntare sui calciatori. Se sono loro il centro di gravità del sistema, ciò che muove la fantasia (e quindi anche i soldi) dei tifosi, perché non permettere di investire direttamente su di loro.

A questo dovrebbe servire la piattaforma, che è stata lanciata ufficialmente lunedì 31 ottobre. Starcks ha l’obiettivo di consentire ai fan di acquistare e scambiare i token delle star dei maggiori campionati europei. Ogni calciatore avrà infatti un asset digitale collegato alle prestazioni dentro e fuori dal campo attraverso un algoritmo proprietario (la blockchain, appunto) che aumenterà o ridurrà la disponibilità della moneta del giocatore sulla base di dati statistici obiettivi. Se il calciatore giocherà bene, sottoscriverà accordi e contratti importanti, aumenterà anche il valore del suo token, viceversa in caso di prestazioni insufficienti, trasferimenti sbagliati, infortuni, potrebbe diminuire. Il primo calciatore sarà Immobile (che è anche socio del progetto), i prossimi già in calendario sono Nico Gonzalez, Davide Frattesi, Gianluca Scamacca, con l’obiettivo di quotare la maggior parte dei giocatori della Serie A nei primi mesi del 2023. In totale saranno disponibili sul mercato un miliardo di token.

Per i tifosi, potrebbe essere un nuovo modo di vivere il calcio, in maniera più diretta. Ai token saranno infatti associate anche una serie di esperienze personali (partite da vedere in posizione privilegiata, incontri riservati, oggetti da collezione, ecc.). Ma in una fase in cui c’è grande confusione sotto il cielo del pallone, gli ideatori immaginano una vera rivoluzione: che a questi token possa corrispondere un pezzetto del cartellino del calciatore. Non sarebbero più dei semplici dipendenti, e nemmeno degli asset di proprietà delle squadre, ma delle vere e proprie società quotate (in parte) sul libero mercato, aperto ai tifosi. Una rivisitazione delle third-party ownership, che in realtà sono state da poco vietate dalla Fifa. Ma nell’incerto futuro del pallone non si può più escludere nulla.

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