Quanta ipocrisia. E sì, non avevamo bisogno degli audio rubati a Silvio Berlusconi per conoscere i suoi pensieri e la sua amicizia stretta con Vladimir Putin. Tali affermazioni anche più gravi sono state dette pubblicamente anche durante la campagna elettorale dallo stesso Berlusconi in tv da Bruno Vespa, dove diceva che Putin voleva sostituire il governo uUcraino attuale con persone per bene. Insomma, meravigliarsi oggi fa abbastanza ridere e forse incazzare. Ma per un uomo di 86 anni, che ha fatto di tutto liberamente in Italia sino ad arrivare al punto di far votare il Parlamento italiano sul caso Ruby e la sua parentela con Mubarak, c’è poco da meravigliarsi oggi.

E a quel voto del lontano 5 aprile 2011 partecipò tutto il centrodestra compresi Giorgia Meloni e Ignazio La Russa. Insomma, Berlusconi è l’emblema dell’Italia. Per questi motivi l’odierna finta presa di posizione di Giorgia Meloni è abbastanza ipocrita e ridicola. Meloni, ora concentrata ad ottenere l’incarico dandosi una parvenza di nuova ed impeccabile europeista, dimentica che pochi giorni fa la sua coalizione ha eletto alla Presidenza della Camera, terza carica dello Stato, un leghista filo putiniano convinto. Non a caso ha subito ricordato di essere contro le sanzioni alla Russia. Ma c’è di più, la stessa Meloni dovrebbe ricordare che il suo alleato Matteo Salvini ha stretto e mai revocato un accordo politico con il partito di Putin. E forse dimentica anche tutte le vicissitudini leghiste in Russia. Pertanto, cara Giorgia, sarebbe il caso di non fare la santarellina.

Se andrai al governo lo farai con due alleati amici di Putin e che in tutti i casi hanno e coltivano interessi politici diretti con il Cremlino. Questa la realtà. Farlo solo oggi per ottenere l’incarico, addossando la croce su Silvio Berlusconi, è molto vigliacco. Potranno uscire altri mille audio ma la realtà è ben risaputa da tempo. Così come è risaputo da tempo cosa pensa Berlusconi di Meloni e viceversa. Insomma, un quadro molto incoerente ma soprattutto preoccupante per l’Italia. Una destra senza una vera coalizione. Una coalizione farsa che si regge in piedi su ipocrisia e ricatti.

Termine usati dalla stessa Meloni contro Silvio Berlusconi. Ci sarebbe ancora da capire di quali ricatti Meloni parli e di che genere. Ancora mancano alcuni giorni alla formazione del governo e le incognite sono ancora molte. Di certo però Meloni non potrà dire di non sapere chi sono i suoi alleati e cosa pensano e fanno. Una legislatura che inizia nel peggiore dei modi. Una classe dirigente sempre più anziana e unita solo dalle poltrone. Un Paese fermo e ostaggio di mille burocrati e paure. Un Paese che perde tempo in inutili e stantii rituali. Un Paese dove le decisioni che interessano ai cittadini non si prendono mai in tempo. Un Paese dove si perde più tempo ad ascoltare audio di un anziano di 86 anni che a discutere di reali problemi. Un Paese che deve assistere a ipocrisie e finzioni politiche infinite. Un Paese che spreca risorse pubbliche senza ottenere risultati. Un Paese che riesce a mandare a casa l’unico premier che portava competenza e serietà al governo. Questo il quadro sempre più desolante in attesa del prossimo audio di nonno Silvio.

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