Milano sembrava New York. È successo da Ippolita, il brand americano di haute couture di gioielli che ha aperto uno spazio – trasversale, metà galleria d’arte metà boutique/atelier in Via Montenapoleone. Senza il luccichio dell’oro vistoso ma con la classe dell’understatement chic. Lei, Ippolita Rostagno, non c’era, sta per aprire un nuovo flagship nella prestigiosa Madison Avenue. Ma c’erano le sue creazioni e alle pareti esposti come un’installazione calchi in ottone di segmenti del suo corpo. Un ombelico, un pugno, un polso, parti del sè che diventano gioielli ad personam. Il fatto su misura per le sue clienti più raffinate. E c’era la Milano cosmopolita a festeggiarla, Carlina Milesi di Gresy, Bernabò Bocca, Nono Tronchetti Proverà, Alessandro Boniperti, Luisa Beccaria, Marta Brivio Sforza, il docente di storia economica Germano Maifreda, un pool di consulenti di Deloitte con Emanuele Adolfo Gaggiero, Luca Greco accompagnato dalla stilosissima Monika Auchim, due ragazzi altissimi bellissimi intelligentissimi come Younis e Dama, Mattia Miglio manager rampante del colosso cinese Alibaba con Rossano Bozzi ceo di Ipak Ima, la blogger “sustainable” di Useless Tiare von Meister e Pier Salvatore De Castris, in rappresentanza della nobile casa pugliese che offriva i suoi vini rosè primitivi.

A un certo punto, si voltano tutti, riflettori puntati su una coppia ad alto voltaggio glamour: l’attore cinese Shi Yang Shi con il marito Angelo Cruciani, creatore del brand Yezael, amato da chi preferisce l’unicità alla omologazione. Shi Yang Shi, oltre ad essere un attore ricercato dal cinema internazionale, è anche l’autore del romanzo Cuore di seta – La mia storia italiana (“Mi sento un albero anfibio in grado di vivere sia nell’acqua sia nella terra”). Chi ama le gioie di Ippolita detesta il consumo vistoso. È l’Abramovic del gioiello, un’artista-performer che si copre alcune parti del corpo di cera calda, trasferisce le forme sul metallo e da lì fa nascere le sue creazioni. Che si adattano al corpo delle donne perché nascono dal corpo di una donna. Basta gioielli acquistati da mariti inutili, il vero lusso è avere un gioiello antropomorfico che riconosce il mio corpo, qualcosa di fisico, da toccare (esposti tra l’altro senza vetri protettivi ma sorvegliati da body guard statuari come modelli). Rosellina Salemi, esperta di tendenze li ha definiti “gioielli femministi”. Una parete dello spazio è una wunderkammer ispirazionale, che mostra oggetti, foto vintage, piccole sculture presepali, ex voto, tutto ciò che ha suggerito a Ippolita il suo percorso artistico, per arrivare alla bellezza delle pietre colorate, dell’oro green (oro a 18 carati soffiato e leggerissimo). Su tutti sovrasta la mega collana realizzata con uova di struzzo. Una camera delle meraviglie per sostare, per riempirsi gli occhi di cultura e di bellezza.

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