“Purtroppo abbiamo già registrato e prelevato dai territori ripresi dall’Ucraina i corpi di 534 civili, di cui 226 donne, 260 uomini, 19 bambini (13 di loro non sono stati identificati) e 29 resti umani, il cui sesso non è stato ancora determinato”. Serhiy Bolvinov, capo del dipartimento investigativo della direzione della polizia nazionale nella regione di Kharkiv ha annunciato il ritrovamento di centinaia di corpi nella parte della regione di Kharkiv liberata dalle forze ucraine. Bolvinov ha inoltre aggiunto che sono state scoperte 22 camere di tortura.

Da quando la controffensiva nell’est del Paese ha ripreso la gran parte del Kharkiv, da cui i soldati russi sono fuggiti, luoghi di tortura sono stati rinvenuti in diversi centri “liberati”: postazioni spesso nascoste in sotterranei o casupole isolate e impiegate per colpire membri della resistenza ed estorcere confessioni o punire la popolazione che non accettava il dominio russo. Tra le prime camere degli orrori denunciate c’è quella a Balakliya, rinvenuta poche ore dopo l’ingresso delle truppe di Kiev in città. Una stanza delle esecuzioni allestita in un seminterrato, con “istruzioni sul ‘nazismo ucraino’ incollate sui muri” e “una sedia con un martello, nastro adesivo e guanti usati”, vicino a tracce di sangue sparse. Nella stessa località, sulle pareti di un’altra stanza, qualcuno aveva inciso la preghiera del Padre Nostro. Denunce sempre respinte da Mosca come fake news, come quelle sulle sepolture sommarie di massa a Izyum, dove sono stati esumati 447 corpi, compresi quelli di 5 bambini, la maggior parte con segni di morte violenta e in 30 casi tracce di tortura, tra “arti spezzati” e “amputazione dei genitali”.

Nelle scorse ore è stata inoltre diffusa dal capo della polizia ucraina il ritrovamento di un’ulteriore camera di tortura a Pisky-Radkivski, sempre nella regione di Kharkiv: lì, ha riferito il capo della polizia postando due foto su twitter, è stato rinvenuto anche un contenitore all’interno del quale erano ammassati denti – apparentemente – d’oro. Se in un primo momento si riteneva che fossero segno delle violenze degli occupanti sui civili, sulla Bild, scrive il Corriere, compare un’altra versione. Il tabloid tedesco ha infatti incontrato un dentista di Pisky-Radkivski e l’uomo ha dichiarato che quella cassa mostrata dalle autorità su Twitter sembra in realtà il contenitore che i russi avevano sottratto dal suo studio. Aggiungeva poi di essere lui stesso ad avere tolto quei denti ai suoi pazienti. Denti che, diversamente da quanto può sembrare, sono di acciaio inossidabile e non d’oro. L’uomo ha inoltre riferito che i residenti locali ritenevano che i russi li mostrassero proprio per intimidire la popolazione. Una testimonianza che contrasta con quanto dichiarato dalla polizia ucraina.

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