Con la firma del decreto attuativo arriva in Italia la piattaforma per la raccolta in modalità elettronica delle firme per i referendum e i progetti di legge di iniziativa popolare. Dopo un percorso pieno di ostacoli, interruzioni e ripensamenti, arriva così l’ok definitivo. L’approvazione del decreto, atteso già a gennaio del 2022, è stata resa nota dal Ministero dell’Innovazione, guidato da Vittorio Colao, spiegando che il testo ha recepito sia le osservazioni del Garante della Privacy che quelle del Ministero della Giustizia: una volta registrato sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale dando il via alla messa in esercizio della piattaforma.

La piattaforma – Da quel momento la piattaforma garantirà la piena digitalizzazione del processo, nel rispetto di tutti i requisiti di sicurezza e adeguatezza tecnologica previsti dalla legge, si precisa nella nota del Ministero. Con l’integrazione nell’Anagrafe nazionale della popolazione residente delle liste elettorali gestite dai comuni, la piattaforma assicurerà, inoltre, la verifica automatica della qualifica di elettore dei sottoscrittori (un passaggio che semplifica tutto l’iter). Sviluppata da Sogei, in qualità di soggetto gestore, la piattaforma è ora in fase di aggiornamento, necessario per l’adeguamento alle ultime modifiche intervenute sul decreto attuativo e al relativo manuale operativo.

Le reazioni – Esulta l’associazione Luca Coscioni, da anni impegnata in una battaglia per ottenere il portale per la raccolta digitale delle firme. “Finalmente è stato adottato il decreto”, commenta a caldo Marco Cappato, tesoriere dell’associazione e presidente di Eumans, il movimento di cittadini da lui fondato. “Attendiamo di leggere nel dettaglio il testo del decreto – aggiunge – per verificare che non vi siano trappole ed ostacoli che vanifichino nella pratica l’utilizzo del sistema. Possiamo intanto esprimere la nostra soddisfazione per un risultato storico che, sulla scia di quanto ottenuto per la raccolta firme sui referendum eutanasia e cannabis, prosegue nella direzione dell’utilizzo delle tecnologie digitali al servizio della partecipazione democratica“, sottolinea Cappato.

L’iter – Il lungo percorso aveva registrato una prima vera svolta nel 2019 con il caso Staderini-De Lucia, quando le Nazioni Unite hanno condannato la Repubblica italiana per violazioni del Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici, a causa degli ostacoli alla raccolta delle firme sugli strumenti di democrazia diretta: i ricorsi hanno imposto all’Italia di rimuovere gli “irragionevoli ostacoli” alla raccolta firme previsti da una legge del 1970. Così, dopo le numerose manifestazioni delle associazioni Luca Coscioni ed Eumans nel luglio del 2021 le commissioni Affari costituzionali e Ambiente hanno approvato all’unanimità la proposta di emendamento presentato da Riccardo Magi sulla raccolta firme per i referendum in modalità digitale, tramite identità digitale (Spid) e carta d’identità elettronica (Cie). Grazie a questo emendamento emendamento è stato possibile l’utilizzo della firma digitale per la raccolta delle firme permettendo il successo delle campagne di eutanasia e cannabis (referendum poi bloccati perché i quesiti sono stati dichiarati inammissibili dalla Consulta): in questo caso, in assenza di un portale pubblico, la raccolta firme è avvenuta su piattaforme private, con i costi a carico dei comitati promotori.

Come funzionerà – La piattaforma sarà organizzata in un’area privata e in un’area pubblica. Prevederà tre diverse tipologie di utenze: per i soggetti promotori, per i cittadini che intendono sottoscrivere una proposta referendaria o di legge popolare e infine per il personale della Corte di Cassazione. L’area privata, in particolare, permetterà ai promotori di gestire la proposta referendaria e di monitorare l’andamento della raccolta delle sottoscrizioni. In questa sezione i promotori potranno scegliere la tipologia di iniziativa da registrare (referendum o legge di iniziativa popolare), richiedere il caricamento della proposta, visionarne l’anteprima e, una volta confermata la correttezza dei dati inseriti, dare avvio immediato alla raccolta delle firme. L’area pubblica consentirà ai cittadini la consultazione delle proposte referendarie e dei relativi quesiti nonché delle proposte di legge popolare in corso o scadute, con l’indicazione di tutte le informazioni necessarie alla sottoscrizione, il numero di firme raccolte fino al momento della visualizzazione e il numero necessario per il raggiungimento del quorum. I cittadini aventi diritto che vorranno effettuare la sottoscrizione di una proposta referendaria o di legge di iniziativa popolare, potranno accedere all’area privata attraverso un sistema di identità digitale previsto dal codice dell’amministrazione digitale e utilizzare uno specifico tasto dedicato per esprimere il loro sostegno. Infine, sempre mediante l’area privata, il personale della Corte di Cassazione disporrà degli strumenti necessari per l’attivazione e il monitoraggio del processo di raccolta delle sottoscrizioni.

“Va estesa alle liste elettorali” – Marco Cappato adesso auspica un altro passo avanti: “Chiederemo al nuovo Parlamento e Governo di rendere possibile l’utilizzo della piattaforma anche per la raccolta delle firme per la presentazione di liste e candidati alle elezioni“. Al momento, infatti, lo strumento potrà essere utilizzato esclusivamente per referendum e progetti di legge di iniziativa popolare. Lo stesso Cappato aveva raccolto digitalmente le firme necessarie per presentare la sua lista “Referendum e Democrazia” alle elezioni Politiche del 25 settembre. Lista esclusa dalle Corti di appello proprio perché la raccolta digitale non è prevista dalle norme. Respinto anche il ricorso che mirava a ottenere la riammissione. “E’ fondamentale poi – aggiunge Cappato – che la piattaforma sia da subito messa a disposizione per Regioni e Comuni per la raccolta firme anche sulle iniziative popolari a livello locale. L’elevato tasso di astensionismo e la sfiducia crescente nelle istituzioni indicano l’urgenza di compiere un percorso verso un vero e proprio portale della democrazia, che metta le persone in grado di conoscere ed attivare con facilità i propri diritti politici e civili fondamentali”, conclude il tesoriere dell’associazione Luca Coscioni.

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