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Firme digitali, respinto il ricorso della lista di Marco Cappato contro l’esclusione. “Decisione insensata, ora nuovi ricorsi internazionali”

Il ricorso, depositato il 2 settembre scorso, mirava a ottenere la riammissione con il riconoscimento della validità della firma digitale autenticata tramite Spid, il metodo con cui la lista ha raccolto le sottoscrizioni. Nei giorni scorsi il governo si era costituito in giudizio tramite l'Avvocatura dello Stato, chiedendo il rigetto della domanda con la motivazione - tra le altre - che "il provvedimento cautelare auspicato dai ricorrenti imporrebbe di differire lo svolgimento delle elezioni"
Firme digitali, respinto il ricorso della lista di Marco Cappato contro l’esclusione. “Decisione insensata, ora nuovi ricorsi internazionali”
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Il Tribunale monocratico civile di Milano, in persona del giudice Andrea Borrelli, ha respinto il ricorso presentato dalla lista “Referendum e democrazia” di Marco Cappato contro l’esclusione dalle elezioni politiche del prossimo 25 settembre, decisa a fine agosto dalle Corti d’Appello di tutta Italia. Il ricorso, depositato il 2 settembre scorso, mirava a ottenere la riammissione con il riconoscimento della validità della firma digitale autenticata tramite Spid, il metodo con cui la lista ha raccolto le sottoscrizioni. Nei giorni scorsi il governo si era costituito in giudizio tramite l’Avvocatura dello Stato, chiedendo il rigetto della domanda con la motivazione – tra le altre – che “il provvedimento cautelare auspicato dai ricorrenti imporrebbe di differire lo svolgimento delle elezioni”.

La decisione del giudice, commenta Cappato,” è insensata perché ci imputa di non avere provato l’esistenza delle firme, attribuendo a noi un dovere – la verifica delle firme – che è notoriamente in capo alla Corte d’Appello e non certo ai presentatori. Anche per questo presenteremo immediato reclamo”. E attacca: “Nel silenzio assoluto da parte di governo, Parlamento e Presidente della Repubblica, il giudice di Milano si è trovato a dover decidere in condizioni di oggettivo ricatto prodotto dall’inerzia istituzionale. Anche per questo la nostra azione non finisce qui. È in preparazione un reclamo urgente e ricorsi a giurisdizioni internazionali”.

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