Si pensava che la personalità non potesse essere alterata in età adulta, ma la pandemia e lo stress correlato alla diffusione di Covid-19 sembrano aver reso gli americani più irascibili, meno collaborativi, meno fiduciosi e meno responsabili. Ad indagare questa particolare conseguenza della pandemia uno studio, descritto sulla rivista Plos One, condotto dagli scienziati della Florida State University College of Medicine. Il gruppo di ricerca, guidato da Angelina Sutin, ha esaminato le informazioni relative a 7.109 statunitensi, iscritti al progetto Understanding America. Scopo dell’indagine era quello di valutare le possibili conseguenze psicologiche della pandemia. I volontari, che avevano un’età compresa tra 18 e 109 anni, sono stati classificati in base a vari aspetti della personalità, come l’affidabilità, l’irascibilità, l’introversione, la coscienziosità, e l’apertura.

I lavori precedenti non avevano mai identificato associazioni tra eventi stressanti e il cambiamento della personalità. L’impatto della pandemia da nuovo coronavirus, osservano gli studiosi, è stato comunque molto diverso per intensità e capillarità rispetto alle situazioni emergenziali precedenti. Per valutare gli effetti del coronavirus sul carattere, i ricercatori hanno considerato le risposte dei volontari raccolte tra maggio 2014 e febbraio 2020, confrontando le informazioni con i dati raccolti tra marzo e dicembre 2020 e nelle varie ondate pandemiche. I record totali sono stati 18.623 record, con una media di 2,62 per ogni partecipante.

Secondo quanto emerge dall’indagine, tra il periodo antecedente alla pandemia e i primi mesi del 2020 si rilevano cambiamenti minimi nei tratti della personalità, con solo un lieve calo di resistenza allo stress. Dopo le prime ondate, tuttavia, si riscontrano diminuzioni significative dei livelli di estroversione, apertura, coscienziosità e affidabilità. Gli autori hanno scoperto che l’età poteva influenzare il grado di alterazione della personalità, con i giovani adulti che sembravano risentire in misura maggiore degli effetti negativi della pandemia. La popolazione di mezza età non è stata associata a cambiamenti rilevanti. Se queste alterazioni si riveleranno durature, commentano gli esperti, gli eventi stressanti a livello di popolazione potrebbero spiegare i cambiamenti nella personalità nei giovani adulti. “Abbiamo scoperto – commenta Sutin – che la pandemia potrebbe aver alterato il carattere degli statunitensi. Nonostante si pensasse che questi tratti non potessero cambiare, gli adulti di mezza età sono diventati più lunatici, più inclini allo stress, meno collaborativi, meno fiduciosi e meno responsabili”.

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