Dopo il voto ai referendum illegali per l’annessione alla Russia del Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson, la Federazione ha ancora più bisogno di uomini al fronte per rafforzare la difesa in quelle aree. Così, mentre centinaia di migliaia di persone stanno lasciando il Paese, Vladimir Putin ha deciso di aprire un centro di reclutamento al confine con la Georgia, uno dei Paesi di destinazione di chi fugge dalla mobilitazione parziale ordinata dal presidente. Le autorità nella regione frontaliera russa dell’Ossezia del Nord hanno inoltre imposto limitazioni all’ingresso di veicoli nel suo territorio, come spiega su Telegram il leader locale, Sergey Menyaylo, secondo cui la regione è stata posta in “stato d’allerta”. “Gli agenti al valico di frontiera di Verkhniy Lars saranno incaricati di convocare ‘cittadini in età di arruolamento'”, dice l’emittente britannica aggiungendo che le immagini satellitari mostrano code lunghe chilometri di auto alla frontiera caucasica. Un trend che preoccupa anche il governo americano che, tramite la sua ambasciata nella Federazione, invita tutti i suoi cittadini a “lasciare la Russia immediatamente”, usando “le limitate opzioni” di trasporto commerciale ancora disponibili. Stesso invito fatto anche dai governi di Bulgaria e Polonia.

“I cittadini americani non devono recarsi in Russia e chi già vi si trova in viaggio o è residente dovrebbe partire immediatamente”, si legge nel security alert pubblicato oggi sul sito dell’ambasciata di Washington a Mosca, in cui si avvisa come dopo che “il governo russo ha iniziato a mobilizzare i suoi cittadini nell’esercito a sostegno dell’invasione in Ucraina, la Russia potrebbe rifiutarsi di riconoscere la doppia cittadinanza per americani, negare loro accesso all’assistenza consolare, impedire loro di lasciare la Russia e arruolare cittadini con doppia cittadinanza”.

Mosca intanto fa sapere anche che non rilascerà più passaporti alle persone richiamate alla leva: “Se un cittadino è già stato chiamato per il servizio militare o ha ricevuto una convocazione (per la mobilitazione o il servizio di leva), gli verrà negato il passaporto internazionale”, si legge sul portale del governo. Tutto questo mentre i primi coscritti sono stati inviati sul campo per dare manforte e respiro alle truppe della Federazione impegnate da oltre 7 mesi nel conflitto. “Nelle forze di occupazione russe è iniziata l’accoglienza del personale chiamato alla mobilitazione parziale. Ad esempio, sono arrivati rinforzi per le unità del primo reggimento di carri armati, seconda divisione di fucili motorizzati del primo esercito di carri armati, che sono schierati in zone di combattimento. Non hanno svolto alcun addestramento. Inoltre, i russi stanno continuando le cosiddette misure di ‘automobilitazione’ contemporaneamente alla mobilitazione parziale. Persone condannate per reati penali sono arrivate a rinforzare le unità che stanno già combattendo in Ucraina”, fanno sapere dallo Stato Maggiore delle Forze armate ucraine nel consueto report giornaliero. Nonostante ciò, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha annunciato che la ‘operazione speciale’ andrà avanti “almeno quando non avremo liberato interamente la regione del Donetsk”.

Se sul fronte russo arrivano truppe di rinforzo, quello ucraino si prepara a ricevere un’altra maxi-fornitura di armi. Fonti dell’amministrazione di Washington citate dalla Reuters parlano di un nuovo pacchetto allo studio da 1,1 miliardi che comprende i sistemi anti-missile Himars già inviati alle forze di Kiev in passato, munizioni e vari tipi di sistemi anti-droni radar. A questo si aggiungono le nuove sanzioni che la Casa Bianca sta preparando in risposta ai referendum. Dalla Polonia arriva invece un altro avvertimento al Cremlino in caso di utilizzo dell’arma atomica. Il ministro degli Esteri, Zbigniew Rau, ha dichiarato che la risposta della Nato sarebbe “devastante”. In un’intervista al talk show della Nbc ‘Meet the Press’ il ministro, in visita a Washington, ha avvertito che se Putin dovesse usare la bomba atomica la Nato reagirà “in maniera convenzionale, quindi non usando un’arma nucleare, ma la risposta sarà devastante. Questo è il messaggio che l’Alleanza sta inviando alla Russia in questo momento”.

È attesa per l’esito, scontato secondo i dati circolati martedì, dei referendum indetti unilateralmente nei territori ucraini occupati dall’esercito russo. Tutte le regioni interessate hanno chiesto di essere “annesse” alla Russia. “Il 28 settembre le autorità della regione di Zaporizhzhia si rivolgeranno a Putin con la richiesta di accettare la regione nella Federazione russa”, si legge nel lancio che cita il dirigente delle autorità filorusse regionali Vladimir Rogov. L’Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera, Josep Borrell, ha detto che i risultati dei referendum sono stati “falsificati” e che le consultazioni in sé sono state “illegali”: “Si tratta di una nuova violazione della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina in un contesto di violazioni sistematiche dei diritti umani. Salutiamo il coraggio degli ucraini che continuano a opporsi e a resistere all’invasione russa”.

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