È di nuovo allarme nella Green Zone di Baghdad. Tre razzi sono stati sparati nell’area della capitale irachena che ospita gli edifici istituzionali e le principali ambasciate straniere provocando almeno 4 feriti, secondo le prime informazioni circolate. Uno dei razzi “è caduto davanti all’edificio del Parlamento iracheno”, si legge nel comunicato dei servizi di sicurezza, anche se non è stato ancora chiarito chi siano gli esecutori materiali dell’attacco.

Un episodio che si verifica a meno di un mese dall’inizio degli scontri intorno vicino al Parlamento dell’Iraq, con i sostenitori di Moqtada al-Sadr, il leader sciita che in quelle ore aveva appena annunciato il proprio ritiro dalla politica dopo aver vinto le ultime elezioni senza essere però riuscito a formare un governo, che stanno continuando a creare disordini nel tentativo di prendere il potere. Anche il 30 agosto, i sadristi erano riusciti a fare irruzione nel palazzo scontrandosi con i sostenitori filo-iraniani, e le vittime degli incidenti ammontavano a 33, tra cui 3 poliziotti, e oltre 700 feriti.

La situazione rimane problematica anche nel nord del Paese, nel Kurdistan iracheno, dove da giorni è in corso la repressione dell’Iran nei confronti di gruppi di manifestanti scesi in piazza per protestare contro l’uccisione di Mahsa Amini, la 22enne morta in custodia della polizia dopo essere stata arrestata per aver indossato male il velo. Oggi, droni iraniani hanno invece attaccato il gruppo armato di opposizione iraniano-curda Kdpi, bandito nella Repubblica Islamica, uccidendo almeno 7 persone e ferendone altre 28. Già sabato e lunedì le Guardie della Rivoluzione iraniane avevano lanciato raid con droni e artiglieria prendendo di mira postazioni curde. Gli attacchi di oggi hanno preso di mira Koya, circa 65 chilometri a est di Erbil, secondo quanto riferito da un membro del Partito democratico del Kurdistan iraniano. Il ministero degli Esteri iracheno e il governo regionale del Kurdistan hanno condannato i raid.

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