“I progetti che incombono su Venezia costituiscono un attacco alla città e una grande speculazione. Altro che iniziative per bloccare lo spopolamento, si sta perseguendo solo la promozione della monocultura del turismo, moltiplicando gli accessi in laguna e le strutture alberghiere. Allo stesso tempo si dimenticano i sostegni pubblici e sociali per i residenti che sono costretti ad emigrare”. La senatrice uscente Orietta Vanin, ricandidata per i Cinquestelle, sintetizza così il dossier che il Movimento ha preparato ed illustrato all’Unesco, che a dicembre dovrà decidere se tenere Venezia nell’elenco dei siti patrimonio dell’umanità, o se declassarla nella black-list, che accoglie chi non è riuscito a conservare l’integrità del bene. Per quella data il governo italiano dovrà presentare un proprio documento, in risposta alle contestazioni dell’Unesco che lo scorso anno aveva indicato un serie di criticità. Si andava dal problema delle grandi navi al calo di popolazione, dal mancato controllo dei flussi turistici al proliferare anche in terraferma di costruzioni, dalla mancata protezione della laguna alle acque alte ricorrenti, che solo ora il Mose (seppur incompleto) comincia a contrastare.

Il contro-rapporto dei Cinquestelle è stato illustrato, oltre che dalla senatrice, anche da Andrea Grigoletto, libero professionista, esperto di patrimonio culturale e paesaggistico, pure candidato per il Senato. “A Venezia si punta suolo sul turismo, che ha un ritorno in contanti immediato, senza preoccuparsi della diversificazione economica di cui ha bisogno la città per continuare a vivere. Chi parla più di recuperare quel tumore ambientale che è Porto Marghera, con i suoi terreni inquinati e le sue fabbriche dismesse?”.

Nell’estate 2021, solo il dirottamento delle navi da crociera fuori dal bacino di San Marco e dalla stazione di Marittima aveva contribuito a rinviare temporaneamente la decisione dell’Unesco. Nel frattempo però la popolazione del centro storico è scesa sotto le 50mila unità. Come si stanno preparando il Comune di Venezia, la Regione Veneto e il governo italiano alla resa dei conti? “Male, se pensiamo che vogliono annullare e stravolgere il grande progetto del Parco San Giuliano, un enorme spazio verde a servizio della città e ai confini della laguna”, risponde la senatrice Vanin.

Mappe e prospetti mostrano come il disegno di un accesso facilitato per il turismo sia il filo conduttore dei progetti in cantiere. Secondo i Cinquestelle i punti critici sono cinque. Innanzitutto il collegamento dell’aeroporto Marco Polo con la linea ferroviaria Venezia-Trieste attraverso una costosissima bretella, un tunnel in gronda lagunare e una stazione sotterranea per i treni dell’alta velocità, che però non sono previsti da nessun programma. C’è poi l’ipotesi del terminal a Ca’ Noghera-Montiron, per accedere da nord alla laguna, che non servirebbe agli abitanti delle isole, in particolare Burano, bensì ai turisti che arrivano da est. Ci si trova in area Sic, ma si vorrebbe scavare canali e realizzare centri commerciali. Ci sono poi due hub in progettazione a San Giuliano e ai Pili, che aggiungono due punti per l’arrivo dei turisti, quando gli accessi a Venezia sono già numerosi (Cavallino-Tre Porti, Punta Sabbioni, Tessera, Fusina e Ponte della libertà). L’ultimo punto critico, che altererebbe la skyline di Mestre (ai confini della zona Unesco), riguarda la costruzione in viale San Marco di una torre alta 72 metri, meglio nota come New Tower, per la quale il consiglio comunale di Venezia ha già adottato una variante urbanistica.

“Non dimentichiamo il ruolo della Regione Veneto – ha rincarato Grigoletto – tutto questo è possibile perché in Veneto da vent’anni manca un piano paesaggistico”. Su questi temi l’Unesco dovrà prendere una decisione e dovrà verificare la situazione delle grandi navi, alcune delle quali hanno cominciato anche ad entrare in laguna, anche se restano relegate alle banchine di Porto Marghera.

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