Lo scrivo con un certo sollievo: io e Don Fabio Corazzina ci ritroveremo all’inferno. La sua colpa, secondo il Vescovo di Brescia, Pierantonio Tremolada, è quella di aver celebrato messa vestito da ciclista (la Provvidenza ha voluto che non fosse tifoso di pallanuoto). Don Fabio ha voluto la bicicletta? Pedala. E lui che fa? Pedala davvero, ma lo fa da sempre e lo fa percorrendo “strade contromano”, quelle che dai una dai due dai tre… alla fine dire messa come un tifoso del giro è un pretesto ridicolo, ma un pretesto. Sì, Don Fabio Corazzina ha superato il limite, c’è pure il video. “Qui occorre davvero fare ammenda e chiedere umilmente scusa. Ti presto io la voce, lo faccio io a nome tuo nei confronti di tanti che si sono scandalizzati e mi aspetto che tu condivida con me questo bisogno. Ti chiedo poi di scegliere un gesto penitenziale”. Un “gesto penitenziale”. Queste sono parole del Vescovo di Brescia Tremolada.

Mi sorprende che Don Fabio non sia stato richiamato all’ordine (di scuderia) molto prima. Chissà, forse l’ordine è arrivato dall’alto, altezza che non ha nulla a che vedere con la religione. Eppure le aveva provate tutte: scagliandosi contro le armi e le guerre, abbracciando i migranti, sollecitando instancabilmente l’applicazione del Vangelo, invocando la solidarietà e l’accoglienza degli ultimi. Io non credo in Dio, ma nelle persone come Fabio e quando vedo i Corazzina, che il Vangelo lo sanno perché lo vivono quotidianamente, so che c’è qualcosa per cui val la pena credere e schierarsi. Il torto di Don Fabio è chiedere alle pecorelle di non farsi gregge. Mi spiace per il Vescovo Tremolada, al quale auguro di “scegliere un gesto penitenziale” per guadagnarsi lo stesso inferno cui è destinato Don Fabio e imparare che “l’obbedienza non è più una virtù” e non la è mai stata.

Continua a pedalare, Don Fabio!

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