Il 23 febbraio 1943, il contadino austriaco Franz Jägerstätter (1907-1943), chiamato alle armi per arruolarsi nell’esercito di Hitler, si dichiarò obiettore di coscienza con la motivazione che, essendo cattolico, non poteva al tempo stesso essere nazista: le due appartenenze erano inconciliabili. La moglie, Franziska Schwaninger (1913-2013), lo sostenne in questa scelta contro tutti, famiglie, amici e vescovo che lo sconsigliavano. Hitler lo fece arrestare e il 9 agosto 1943 ghigliottinare. La chiesa cattolica il 26 ottobre 2007 lo ha beatificato. Il 14 settembre 2022, Genova, città medaglia d’oro della Resistenza, che nel 1960 fece cadere il governo Tambroni che aveva autorizzato il convegno del Msi di Almirante, da cui Giorgia Meloni ha ereditato la fiamma fascista, ha subìto l’affronto della sua presenza in una città addormentata e rassegnata, se non complice.

Genova è orfana, senza partiti, senza passato, senza più dignità perché si vende sul ciglio della strada a chi offre “dio, patria e famiglia” con sconto per comitive. Meloni urla che tornerà indietro di almeno un secolo. Il Pd è responsabile di questo declino perché invece di volare altissimo ha razzolato allevando gregari e yesmen (e women) interessati alla sola carriera personale.

Un mio amico, antico democristiano, uomo di valore, mi dice che in queste elezioni bisogna scegliere il campo: o con l’Occidente, Usa e Nato o con Putin. O di qua o di là. Queste elezioni anche per lui non hanno valore se non per questo. Stimo il mio amico, ma non capisce che il campo è solo “convenienza” senza democrazia. Enrico Letta con il suo “campetto nostrano” ha fatto tabula rasa di ogni alternativa, lasciando in piedi Meloni e il superfluo Salvini. Gli schematismi non mi piacciono.

Putin non conta nulla e sarà fatto fuori dai suoi: fa guerra all’Ucraina per attrarre la Cina e distrarla da altri lidi. Putin è finito. D’altra parte, la guerra è stata voluta dalla Nato che ha fatto di tutto per farla scoppiare sulla pelle dell’Ucraina, ring di prova di forza e carne da macello, servita per eliminare gli arsenali obsoleti dell’ultima guerra e rinnovare le riserve degli armamenti, con grande gioia dei venditori di armi. Quasi tutti i cattolici, tranne una minoranza, sono di destra e militano con Meloni e Salvini, rinnegando i fondamenti della loro stessa religione (non parlo di fede: sarebbe troppo). Il Papa, a domanda di giornalista, si è augurato che gli italiani possano scegliere uomini e donne “di alto livello” sapendo che quello delle attuale comparse è piatto. Da capo di Stato straniero non poteva né doveva dire altro.

Io però sono un italiano, con pienezza di diritti, attivi e passivi, e vado a votare. Voterò Giuseppe Conte che ha dimostrato di esser persona seria e competente sia nella pandemia (prima assoluta per tutti), da tutto il mondo lodato. Solo la stampa dei padroni del bigoncio d’Italia non lo può sopportare perché, contro giornalisti, tv e Confindustria, ha portato “da solo” quasi 230 miliardi di euro dall’Europa. Gli dovevano impedire di gestirli, perché li avrebbe utilizzati come doveva essere: per la sanità, la scuola, il territorio, il clima, l’acqua e finalmente la transizione ecologica. Complice Mattarella, il “sistema” volle “il migliore” che sa il fatto suo e sa a chi e come dare i soldi portati a casa da Conte. Mi ha fatto pensare che Conte abbia avuto tutti contro, compreso Draghi che la mattina ne tesse gli elogi, anzi l’indispensabilità, e il pomeriggio lo insulta in Senato, cercando a tutti i costi il pretesto per andarsene, ma addossandogli la colpa.

Povero Draghi, mi fa anche pena per come ha gestito la corsa al Quirinale e come, certo ormai di non farcela, sia scappato anche dal governo, con disonore. Nel 2001 uscì un documento della Cei sull’etica della politica: “Educare alla legalità”, in cui si dice che i credenti devono scegliere uomini e donne che hanno come orizzonte il “bene comune” e la discriminante della pace e nessun altro interesse. Essi devono agire in politica con spirito di servizio e non a scapito dei diritti fondamentali della persona, sponsorizzando “alcuni temi”, come Madonne, famiglia cristiana e poi gettare a mare i migranti che sono “figli di Dio” e cittadini del mondo con gli stessi diritti di tutti e di tutte.

Conte è l’unico che ha presentato un programma in 9 punti, coerente con la visione del “bene comune” e la dignità della persona (salario minimo garantito, reddito di cittadinanza universale, sanita di prossimità, ecc.). Si oppone alla guerra e richiede un’azione diplomatica senza posa. Incarna la visione della legalità politica che tanta paura fa a Meloni, Salvini, Berlusconi e a Letta nipote e zio. Voterò Giuseppe Conte e la sua lista per la sua coerenza, attenzione ai poveri e per la discriminante “guerra”. Oggi Meloni della fiamma di Rauti/Almirante/Folgore, Salvini madonnaro e anche il Pd di Letta sono incompatibili con l’essere credente cattolico e cristiano, come lo fu il nazismo per il contadino Franz Jägerstätter. Genova possa riscattare il suo onore e la sua dignità e rimandi Meloni e Salvini e il Pd da dove sono venuti, affermando il principio delle legalità, della democrazia e del “ripudio” della guerra (art. 11 Cost.). Sono fiducioso: la destra anti-poveri e pro-guerra non sfonderà. Il Piave mormora ancora.

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