Nadal – Federer 6-7 7-6 6-4 2-6 7-6, Internazionali d’Italia 2006 (finale)
Due match point. 15-40, 6-5 del quinto set. Federer è a un passo dal vincere il suo primo titolo a Roma. Gli basta solo un altro punto per battere Nadal e interrompere una striscia di 52 vittorie consecutive sulla terra rossa. La loro rivalità è ancora giovane (ad esempio non si sono ancora incrociati in una finale Slam) ma lo spagnolo è già una sorta di kryptonite per lo svizzero. L’unico tennista in grado di fargli dubitare della propria classe. Ogni palla che Nadal rimette in campo ha il peso specifico di una picconata per l’autostima di Roger. Non è un caso che gli scontri diretti tra i due dicano già quattro a uno per il 19enne maiorchino. L’unico successo di Federer è stato un anno prima a Miami, rimontando sotto due set a zero.

Il servizio centrale di Nadal, la risposta profonda di rovescio di Federer, un altro paio di scambi e poi quel diritto. Lungo, lunghissimo. Fuori almeno di un metro. Un errore insolito quanto banale per lui. Un errore che viene replicato un minuto dopo. Al termine di un altro scambio prolungato Roger vede uno spiraglio lungolinea e prova il colpo vincente. Largo. Ancora una volta con il diritto. Ancora una volta di un oltre un metro. Il suo colpo migliore lo ha tradito nel momento decisivo. A quel punto, al tie-break, l’epilogo sembra già scritto. Il mini-break di vantaggio del 5-3 è solo l’ennesima illusione di una sfida che ha visto lo svizzero sprecare anche un break nel set decisivo. Rafa spinge forte con il diritto, il recupero difensivo di Federer finisce sui teloni a bordo campo. È finita. Il Foro Italico è in estasi, mentre lo spagnolo imbratta i suoi pantaloni a “pinocchietto” rotolandosi nella terra. Si è appena conclusa una partita che non si era mai vista. Almeno, non a Roma.

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