La presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen è a Kiev per la terza visita dall’inizio della guerra in Russia. Il viaggio ufficiale arriva dopo il ritorno di buona parte dell’oblast di Kharkiv in mani ucraine. E proprio nelle stesse ore l’agenzia Bloomberg fa sapere che gli Stati Uniti si apprestano ad annunciare ulteriori 600 milioni di dollari di aiuti militari all’Ucraina. Intanto le forze di Kiev continuano ad avanzare, con 8.500 km quadrati di territorio ripreso, e adesso guardano al Luhansk. Mosca continua ad attaccare su vari fronti: dopo i raid contro impianti energetici a Kharkiv, giovedì è arrivata notizia di un altro missile su Zaporizhzhia e parte dei residenti di Kryvyi Rih, la città natale di Volodymyr Zelensky, sono stati evacuati perché diversi missili hanno danneggiato la diga sul fiume Inhulets che ha inondato le strade e più di 100 case. “Il tentativo è quello di lavare via una parte della nostra città. Stiamo monitorando la situazione, ma il livello dell’acqua è salito”, ha detto il capo dell’amministrazione militare Oleksandr Vilkul, citato da Ukrinform. Per gli ucraini è una nuova vendetta mirata a provocare “una crisi umanitaria”. In serata proprio Zelennsky, con un videomessaggio su Telegram, ha raccontato che le forze ucraine hanno trovato una fossa comune a Izyum, la città nella regione di Kharkiv recentemente riconquistata dalle forze ucraine. “Domani a Izyum ci saranno giornalisti ucraini e internazionali. Vogliamo che il mondo sappia cosa sta realmente accadendo e cosa ha portato l’occupazione russa. La Russia lascia morte ovunque. E deve esserne ritenuta responsabile”, ha detto il presidente ucraino.

“I russi si ritirano dalla zona di Zaporizhzhia” – Gli ucraini raccontano di una ritirata delle truppe russe anche dalla zona di Zaporizhzhia, quella della centrale nucleare che proprio i militari di Mosca hanno occupato fin dall’inizio dell’avanzata. “Gli occupanti hanno ritirato truppe ed equipaggiamenti da molti villaggi e città vicini alla linea di contatto nella regione di Zaporizhzhia”, dice a Espreso tv il vice del Consiglio regionale, Sergiy Lyshenko. “A Dniprorudny sono rimaste solo le forze della polizia che collabora con i russi. Soldati ed equipaggiamento sono stati trasferiti a Vasylivka, nell’Ucraina sud-orientale. I russi hanno portato via perfino apparecchiature bancarie. Ora il lavoro delle filiali delle banche russe e l’emissione di denaro è stata interrotta”. Da capire se si tratti di una vera ritirata o di un riposizionamento, dato che gli stessi ucraini spiegano che le truppe russe stanno rafforzando la difesa nell’area del fronte tra Svatove, Troitske e Kreminna, nel Luhansk, come detto dal capo militare regionale ucraino in esilio Sergiy Gaidai: “Nella regione di Luhansk, i russi si stanno preparando per la difesa, non ci sarà una sorpresa come a Kharkiv. Stanno ritirando le truppe a Svatove, Troitske e Kreminna, scavando e preparandosi per l’offensiva ucraina. La situazione per i russi è peggiorata – ha detto Gaidai – non c’è un posto dove inviare le truppe perché non controllano Izyum. Capiscono che dopo Lyman sarà molto probabilmente la volta di Svatove, Troitske e Kreminna, si stanno ammassando lì e costruendo strutture difensive “.

“Distrutta base russa a Nova Kakhovka” – Il dipartimento per le comunicazioni strategiche delle forze armate ucraine annuncia inoltre che le truppe di Kiev hanno distrutto la notte scorsa la base dei russi a Nova Kakhovka nella regione di Kherson, dove erano stipate attrezzature russe. Dei tentativi ucraini di riconquistare terreno parlano anche i gruppi filorussi secondo cui le truppe di Kiev hanno tentato di sbarcare lungo il perimetro del Kinburn Spit sul Mar Nero. Ma secondo Kirill Stremousov, uno dei leader imposti dalla Russia nella regione occupata di Kherson su Channel One e ripreso da Ria Novosti, l’area è tutta sotto controllo e non c’è modo di sfondare. Kinburn Spit si trova tra l’estuario di Dnieper-Buh e la baia di Yahorlyk, nel distretto meridionale di Mykolaiv. “Il tentativo di sbarco è stato esclusivamente sul Kinburn Spit, ma è stato respinto, gli ucraini non hanno alcuna possibilità di entrare nella regione di Kherson”, ha affermato.

Le minacce di Mosca – Intanto il Cremlino, attraverso l’ambasciatore negli Usa Anatoly Antonov, ha avvertito che se le forze armate ucraine otterranno da Washington i missili balistici Atacms “un simile scenario significherebbe un coinvolgimento diretto degli Stati Uniti in un confronto militare con la Russia”. Quei missili “sono progettati per colpire obiettivi a una distanza massima di 300 chilometri”, per cui “se Kiev riceverà tali armi, le grandi città russe, così come le infrastrutture industriali e di trasporto, rientreranno nell’area di possibile distruzione”. E ce n’è anche per l’Italia: in questo caso il bersaglio è la bozza di trattato di sicurezza presentata da Kiev, che vede Roma tra i garanti. Se venisse adottato, la Russia “reagirà in modo negativo”, anche perché avvicinerebbe l’entrata dell’Ucraina nella Nato, ha avvertito il portavoce di Vladimir Putin, secondo cui questo dimostra la necessità della “operazione militare speciale”.

La richiesta di riprendere i negoziati – Una ripresa dei negoziati resta insomma difficile, anche se la vicepremier ucraina Olga Stefanishyna ha affermato che, dopo il successo del contrattacco, funzionari russi hanno contattato le autorità per negoziare. Ma il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres frena gli entusiasmi. “Ho la sensazione che siamo ancora lontani dalla pace in Ucraina, mentirei se dicessi che può accadere a breve. Le possibilità di un accordo di pace ora sono minime”, ha detto dopo una telefonata con Putin, incentrata anche sull’emergenza alla centrale nucleare di Zaporizhzhia e la crisi del grano. Scholz, che l’aveva sentito ieri, è stato ancora più chiaro: “Purtroppo non posso dire che il presidente russo abbia maturato l’idea che iniziare la guerra sia stato un errore, e non ha accennato al fatto che cambierà atteggiamento”. E anche il presidente americano Joe Biden ha predicato prudenza: “È chiaro che gli ucraini hanno fatto progressi significativi. Ma sarà un lungo cammino”.

Il no di Putin allo stop all’invasione – Intanto emergono ricostruzioni sul fatto che Putin respinse un’offerta per fermare l’invasione ai primi di marzo. L’inviato russo per l’Ucraina Dmitry Kozak – ha scritto la Reuters citando “tre persone vicine alla leadership russa” – raggiunse all’epoca un accordo con Kiev che prevedeva la rinuncia a entrare nella Nato. Kozak, nato ucraino, avrebbe detto a Putin che a suo giudizio l’intesa raggiunta rendeva inutile l’operazione militare. Ma nonostante in un primo momento avesse appoggiato i negoziati, il presidente russo giudicò insufficienti le concessioni di Kiev, dicendo che aveva ormai ampliato i suoi piani con l’obiettivo di annettere parti del territorio ucraino. L’accordo fu quindi lasciato cadere. “Fake news”, le ha definite il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov quando gli è stato chiesto un commento. Mesi fa il Wall Street Journal aveva scritto che a febbraio il cancelliere tedesco Olaf Scholz aveva fatto “un ultimo tentativo di mediazione tra Mosca e Kiev” chiedendo a Zelensky di “rinunciare all’adesione alla Nato” e “dichiarare la neutralità come parte di un più ampio accordo europeo di sicurezza tra l’Occidente e la Russia”, ma l’interlocutore aveva rifiutato.

Le notizie dal fronte – Tornando al campo di battaglia, pesanti bombardamenti russi si sono registrati nella notte sulle città dell’Ucraina orientale di Bakhmut e Avdiyivka, dove potrebbero esserci dei civili sotto le macerie. Lo rende noto il capo dell’amministrazione militare regionale di Donetsk, Pavlo Kyrylenko, citato da Unian: “Intorno a mezzanotte, i russi hanno distrutto un palazzo a Bakhmut. Secondo le prime informazioni, quattro persone potrebbero essere sotto le macerie. Il pronto soccorso sta lavorando sul posto”, ha detto Kyrylenko. Preso di mira anche un ospedale di Toretsk.

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