Il cammino dell’Italbasket agli Europei passerà ancora una volta dall’incrocio con la Serbia. Un accoppiamento difficile, forse il peggiore per gli azzurri che nell’ultima gara della prima fase, a Milano hanno travolto la Gran Bretagna 90-56 ma non riescono a evitare il quarto posto nel girone. Nella stessa giornata la Croazia ha superato l’Ucraina e così l’accoppiamento più temuto è diventato realtà. Domenica a Berlino l’Italia affronterà la Serbia negli ottavi di finale di Eurobasket 2022.

La nazionale di coach Pozzecco ci arriverà da sfavorita. Com’era già accaduto un anno fa quando l’Italbasket di Sacchetti riuscì a ribaltare il pronostico espugnando il “Pionir” di Belgrado e conquistando il pass per le Olimpiadi di Pechino. Nove dodicesimi di quella nazionale sono rimasti gli stessi con l’aggiunta di Datome, Biligha e Baldasso oltre al cambio in panchina. Ma di fronte l’Italia troverà un’altra Serbia. “Sarà un’altra partita, gli avversari sono cambiati rispetto alla scorsa estate ma quello che non cambia è la consapevolezza di poter fare l’impresa” avverte Nicolò Melli che ieri sera è uscito dal campo con il pallone sotto braccio per festeggiare la centesima presenza in Nazionale. Scherzando (ma non troppo) con i cronisti Melli si è augurato di poter giocare anche la 102esima gara e la 104esima partita nel corso della prossima settimana. Significherebbe vedere l’Italia in Finale.

Ma prima dovrà giocare la sua 101esima contro i serbi, allenati da una vecchia conoscenza del basket italiano, Svetislav Pešić. Il coach serbo ha rivoluzionato il roster tenendo soltanto tre giocatori rispetto a un anno fa. L’aggiunta più importante è quella di Nikola Jokić. L’Mvp delle ultime due stagioni regolari Nba sarà il pericolo numero uno per gli azzurri. Nella prima fase ha mostrato a tutti il suo talento poliedrico collezionando 19.8 punti di media, 10.5 rimbalzi e 5.3 assist in soli 25 minuti di impiego. Nessuno è riuscito a fare come lui fino ad ora. Ma la Serbia può contare anche sul talento offensivo dell’Mvp delle scorse Final Four di Eurolega Vasilije Micić (15 punti e 7 assist di media) e sulle qualità di Nikola Kalinic, tuttofare capace di mettere a segno quasi 11 punti di media e di dare un grande contributo in fase difensiva. Sotto canestro, oltre a Jokić, coach Pešić potrà contare sui 213 centimetri di Nikola Milutinov che proprio ieri contro la Polonia è tornato sul parquet. Fino a qui la Serbia ha dato l’impressione di essere un rullo inarrestabile con 5 vittorie e 0 sconfitte, seppur contro avversari non di prima fascia.

“Rispetto profondamente la loro forza e la loro tradizione ma non sono preoccupato, perché col cuore di questi ragazzi si può andare lontano” dice coach Pozzecco. Oltre al cuore, però, servirà anche innalzare le percentuali da fuori. L’Italia vive e muore con il tiro da tre. Il 30% dalla lunga distanza delle prime cinque gare lo ha dimostrato. E se il tiro non entrerà ci sarà bisogno di serrare i ranghi in difesa. Anche sfruttando rotazioni più ampie. Dopo la sconfitta con l’Ucraina lo specialista Pajola è stato scongelato da coach Pozzecco che ha ammesso “il proprio errore” nel non averlo utilizzato prima. E l’esterno della Virtus è riuscito a cambiare l’inerzia della partita con la Croazia grazie a palloni recuperati e pressione sui portatori di palla. Ma i grattacapi più grandi potranno arrivare dal reparto lunghi. Per provare a fermare il “Joker” tutti dovranno dare un contributo, anche solo con qualche fallo da spendere o con un tagliafuori per provare a limitare il gap fisico a rimbalzo. E a Berlino l’Italia non potrà contare sul tifo delle migliaia di persone che negli scorsi giorni hanno tinto d’azzurro il Forum di Assago. “Ci mancheranno, certo”, osserva Melli che poi riassume così il piano in vista del match di domenica: “Per batterli servirà la partita perfetta”.

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