Premessa. Dovessi dire che la quinta stagione di “Skam Italia” è riuscita sul piano dell’evoluzione narrativa e al pari livello – dal punto di vista qualitativo – delle precedenti, mentirei. Gli sceneggiatori Ludovico Bessegato e Alice Urciuolo hanno voluto affrontare – a sorpresa e spiazzando i fan storici della serie – il tema del micro pene, affidandolo alla figura del personaggio di Elia. Dieci puntate per arrivare all’accettazione di sé. Forse non è un argomento ‘caldo’ che accomuna gran parte degli adolescenti italiani, quindi si spiegano alcuni tweet di forte delusione, ma la tematica esiste e c’è. In questo gli sceneggiatori ci hanno visto lungo, anche dal punto di vista mediatico, accendendo il dibattito a tre giorni dalla messa online degli episodi con la conferenza stampa di presentazione.

Credo sia giusto e sacrosanto parlare del micro pene nell’ottica dell’importanza del tema dell’accettazione e abbattere gli stereotipi creati da una società fallocentrica. Importante, ripeto, sottolineare come ancora oggi le dimensioni sessuali siano un tabù, frutto di falsi miti impartiti dalla società patriarcale e non solo dalla pornografia, creando una visione d’insieme distorta.

Per questo si punta con la quinta stagione di “Skam 5” a sensibilizzare i giovanissimi per invitarli a parlarne e a condividere le paure con gli amici e psicoterapeuti. La reazione dei fan è stata forte e di delusione, questo evidenzia ancora una volta come la serie abbia già colpito nel segno. Dal primo settembre, quando le puntate saranno tutte disponibili su Netflix, sarà interessante capire e studiare quanto le perplessità iniziali saranno abbattute per dar spazio a un dibattito di educazione sessuale condiviso.

Spostando il focus, invece, sul piano narrativo (sempre di serie tv parliamo) nelle ultime puntate si parla di abuso sessuale e la manipolazione, l’Aids, il bullismo. Però quasi fugacemente per non oscurare quello principale. E qui è inciampata la sceneggiatura, creando un cortocircuito con un frettoloso accenno a snodi che (forse) saranno sviluppati nelle sesta stagione. Insomma il finale è gradevole e colpisce nel segno e nelle intenzioni iniziali, ma quello che rimane addosso è la sensazione di una occasione mancata. Forse si sarebbero potuti trattare parallelamente anche gli argomenti, appena accennati nelle ultime due puntate, in maniera più coerente con quello principale. Rimane il fatto che l’attore protagonista Francesco Centorame, che ha vestito i panni di Elia, è bravissimo.

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