I falli di mano non sono tutti uguali. È bene chiarire questo concetto, e questa distinzione, una volta per tutte. Ma non è così da sempre, per questo il tifoso non si è ancora abituato. Non per demeriti suoi, sia chiaro: le regole cambiano spesso e non sempre vengono spiegate in maniera chiara dagli addetti ai lavori. In fondo, è così “solo” dal 1 giugno 2019, quando l’IFAB (International Football Association Board, banalmente quelli che decidono e scrivono le regole da quando è nato il calcio) ha apportato una sostanziale modifica nel regolamento, una di quelle che ha cambiato il gioco e la vita degli arbitri. Per qualcuno complicandola, a mio parere favorendola.

Dal 2019, infatti, il fallo di mano dell’attaccante va considerato diversamente rispetto a quello del difendente (si dice così: “difensore” è un ruolo, “difendente” è un giocatore che in quel momento si trova in posizione arretrata). Quindi cosa c’è di diverso tra il fallo di Vlahovic e quello di Smalling? Prima di tutto il ruolo: il primo è un giocatore che attacca, e che quindi ha il controllo del gioco e dell’azione. Il secondo è un giocatore che si trova a difesa dalla porta. Perché è stata inserita questa distinzione? Per diminuire il numero di calci di rigore (molto alto a livello internazionale) dovuti a contatti piuttosto casuali, movimenti non coordinati, rimpalli e come nel caso di Smalling “palloni inattesi”.

Il difensore inglese non si aspettava più che il pallone gli sarebbe arrivato perché attendeva l’intervento di Ibanez: per questo motivo non è punibile. È curioso che un intervento poco coordinato (quello di Ibanez) salvi di fatto il compagno dalla punibilità, ma è una delle casistiche che l’IFAB – ricordate questo nome, lo ripeteremo spesso, non sono gli arbitri a scrivere regole e interpretazioni – predilige. Nel caso di Vlahovic invece viene considerato il possesso del pallone e quindi la volontarietà di controllare lo stesso con il braccio. Non conta che il tocco sia “leggero” o “impercettibile”, conta che venga ravvisato. Nel momento in cui questo accade, ed è corretto pensare che senza Var sarebbe stato difficilissimo se non impossibile, non si può convalidare la rete.

Una curiosità: nel caso di segnatura diretta di una rete non si applica nemmeno il concetto di volontarietà/involontarietà. La rete va annullata in entrambi i casi. Altrimenti dobbiamo valutare “l’immediatezza”, altro concetto che ritroveremo durante la stagione. Nel caso di un fallo di mano involontario di un attaccante, se questi segna una rete nell’immediatezza, la rete verrà annullata, se si libera del pallone e viene giocato da un compagno, l’immediatezza decade e la rete viene convalidata. Ecco perché non è il caso specifico di Juventus-Roma. Il tocco di Vlahovic è stato considerato volontario è quindi passibile di sanzione tecnica (fallo) nonostante il concetto di immediatezza sia decaduto nel momento in cui il pallone finisce a Locatelli. Due valutazioni che – piaccia o meno – faranno casistica per i prossimi anni. Teniamole a mente per il futuro.

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