Il Tour de France più bello degli ultimi dieci anni (ma forse anche venti) regala emozioni anche nella tappa che sulla carta poteva darne meno, ovvero la cronometro di Rocamadour, penultimo capitolo di una corsa da ricordare. A vincere la frazione contro il tempo, del resto, uno dei grandissimo protagonisti della Grande Boucle: Wout Van Aert. Il campionissimo belga si è preso di forza e di classe la crono, con una prova maiuscola, nel giorno della consacrazione di Jonas Vingegaard, che in maglia gialla ha offerto una prova sensazionale. Van Aert ha sbaragliato gli avversari, tra cui anche il campione del mondo Filippo Ganna, che dopo lo sfortunato esordio in Danimarca, nella prima tappa condizionata da una foratura, sognava di prendersi la rivincita. Ma contro il fiammingo e gli altri tre big della classifica generale (Vingegaard, Pogacar e Thomas), che si sono sfidati sul filo dei secondi, al piemontese non è bastato dare il massimo e viaggiare oltre i 50 chilometri orari.

“Ho fatto quello che potevo dopo tre settimane di corsa molto dure. Tanti si aspettavano un Filippo vincente, io ho dato tutto”, sono state le parole dell’azzurro che si è dovuto inchinare davanti alla potenza del belga che si è aggiudicato la tappa precedendo di 19″ il danese, giunto in lacrime e pronto a festeggiare la vittoria finale sui Campi Elisi, di 27″ Tadej Pogacar, che abdicherà dopo gli ultimi due successi al Tour, e di 32″ Geraint Thomas. Per Ganna un ritardo di 42″. Il belga della Jumbo-Visma ha centrato così il suo terzo successo di tappa dopo quelli di Calais (quarta frazione) e Losanna (ottava), a consacrazione di un Tour impreziosito anche dalla maglia gialla vestita per quattro giorni e da quella verde che porterà domenica fino a Parigi. Nel derby con la Jumbo Visma, Vingegaard dopo aver spinto nella fase iniziale del tracciato per disinnescare subito le residue chance di Pogacar nell’insidiare la maglia gialla, ha rallentato per evitare cadute accontentandosi della seconda piazza. Era dal 1996 con Bjarne Rijs che un danese non vinceva al Tour (allora fu la prima volta).

Il ‘re pescatore‘, come è stato soprannominato Vingegaard, non è un campione per caso e ha tutta l’aria di restare tra i big della grandi corse a tappe per lungo tempo. Ne ha dato prova anche nella crono, gestita in maniera perfetta, senza incertezze, sbandamenti o cali di tensione se non nel finale quando ha consegnato il successo ad un magistrale Van Aert. E’ il fiammingo infatti uno dei veri protagonisti di questa Tour. Supercombattivo fino all’ultimo, dalle Alpi ai Pirenei, il belga ha chiuso la corsa sgretolando ogni record di punti della classifica a punti. Per Pogacar un Tour di delusione ma non troppo. Arrivato alla Grande Boucle con i favori del pronostico il ‘re bambino’ ha pagato probabilmente un po’ di tensione (e un team che causa Covid si è sgretolato con il trascorrere delle tappe) ma si è comunque dimostrato un talento purissimo e un campione di prima grandezza. Stavolta però si è trovato di fronte un rivale capace di costruirsi tre settimane perfette, da sogno.

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