Un lungo applauso e una standing ovation da parte dei ministri ha accompagnato prima l’ingresso e poi le prime parole di Mario Draghi alla Camera, dopo la rottura che si è consumata ieri in Senato, con il mancato voto di fiducia del M5s (che si è astenuto) e lo strappo con l’uscita dall’Aula di Lega e Forza Italia. E proprio dai banchi delle due formazioni di centrodestra (oltre che da Fratelli d’Italia, sempre stata all’opposizione, ndr), rispetto al resto dell’Aula, è stato molto più timido l’applauso nei confronti del presidente del Consiglio dimissionario. In particolare, il partito di Matteo Salvini, con l’eccezione di pochi deputati, non ha applaudito, mentre in casa azzurra alcuni parlamentari si sono alzati in piedi e riservato l’ultimo applauso.
Poi, al “grazie” del presidente del Consiglio, l’Aula ha continuato ad applaudire e il premier, visibilmente commosso, ha salutato i deputati: “Certe volte anche il cuore dei banchieri centrali viene usato”. Anche in questo caso, dai banchi di centrodestra la reazione è stata fredda e poco partecipata. Quindi Draghi ha comunicato la richiesta di sospensione della seduta per recarsi da Sergio Mattarella “a comunicare le mie determinazioni”. La seduta è stata quindi sospesa fino alle 12.
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