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Ultimo aggiornamento: 8:51 del 19 Luglio 2022

Palermo, colpo al clan Noce-Cruillas: 9 arresti per associazione mafiosa, estorsione e intestazione fittizia di beni. Le intercettazioni

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La Polizia di Palermo ha arrestato 9 individui (di cui 8 in carcere ed 1 agli arresti domiciliari) ritenuti, a vario titolo, gravemente indiziati di associazione di tipo mafioso, estorsione con l’aggravante del metodo mafioso e intestazione fittizia di beni.

Le forze dell’ordine hanno ricostruito l’organigramma delle famiglie mafiose del mandamento della Noce/Cruillas che comprende le famiglie mafiose della Noce, Cruillas/Malaspina ed Altarello. Le indagini hanno permesso di raccogliere indizi sui ruoli e sui contributi degli arrestati all’interno dell’organizzazione mafiosa.

Le indagini si sono poi concentrate sulla famiglia mafiosa di Altarello e sui rimanenti affiliati dell’intero mandamento.

Le indagini hanno permesso di raccogliere importanti elementi indiziari nei confronti di Pietro Tummina, inteso Pierone, ritenuto dal Gip figura apicale del clan e capo della famiglia mafiosa di Altarello. Tornato in libertà nel dicembre 2020, avrebbe consolidato gli equilibri ed i ruoli all’interno della famiglia mafiosa di Altarello, anche in ragione della compattezza e della solidità del legame esistente tra Tummina e gli altri sodali.

Oltre al suo carisma criminale le attuali acquisizioni investigative avrebbero suffragato un quadro indiziario in cui il Tummina, già dopo pochi giorni dalla sua rimessione in libertà, avrebbe ostentato immediatamente il suo ruolo di capo della famiglia di Altarello, attraverso la gestione delle dinamiche criminali riguardanti il suo territorio, senza che la sua autorità venisse posta in dubbio dagli altri sodali.

Dalle indagini è emerso che gli arrestati sarebbero stati coinvolti nella gestione delle attività criminali esercitate all’interno del mandamento, con particolare riferimento alla riscossione del pizzo in danno di esercenti di attività commerciali, artigiani ed imprenditori di zona. In alcuni casi gli imprenditori avrebbero addirittura chiesto autorizzazione preventiva, fornita dal clan, per l’avvio di iniziative economiche all’interno della zona d’influenza.

Tra gli indagati figura un insospettabile ed incensurato artigiano palermitano, rintracciato a Pantelleria, destinatario della misura degli arresti domiciliari, il quale, nonostante si occupasse della sua attività di falegname, di fatto sarebbe risultato un esattore del pizzo della famiglia mafiosa di Altarello.

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