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Ultimo aggiornamento: 14:30 del 15 Luglio 2022

Alberi bruciati per produrre energia “verde”, su Rainews l’inchiesta sull’affare dei tagli boschivi tra Italia e Romania – Guarda l’anteprima

“L'affare dei tagli boschivi” di Ludovica Jona indaga i legami tra la filiera dell'elettricità prodotta con la combustione di legna– oltre 2 milioni di tonnellate ogni anno in Italia - violazioni di norme forestali e dissesto idrogeologico. In onda alle 20,30 per il programma Spotlight
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La video-inchiesta “L’affare dei tagli boschivi”, girata in Italia e Romania, realizzata in collaborazione con il programma Spotlight di Rainews e Il Fatto Quotidiano va in onda venerdì 15 luglio alle 20.30 su Rainews. Indaga sull’impatto dell’energia da biomasse forestali, qualificata come rinnovabile dalla Commissione Europea e per questo sovvenzionata dagli Stati membri con circa 17 miliardi di euro ogni anno. Ma oltre 120 Ong ambientaliste denunciano che questa fonte energetica mette a rischio le foreste europee e chiedono all’Europarlamento – che voterà sulla direttiva Rinnovabili (Red III) il 13 settembre – di fermare i sussidi.

Il documentario ricostruisce il percorso del legno bruciato nelle centrali a biomasse forestali in Calabria – dove è prodotta oltre la metà di energia di questo tipo nel nostro Paese – Sicilia e Sardegna, scoprendo che grandi quantità (oltre 300mila tonnellate l’anno) di cippato – ovvero legna ridotta in scaglie – vi arrivano via nave e più la metà partono dalla Toscana. La ong Transport & Environment ha calcolato che solo per il trasporto del cippato via mare nel 2021 sono state prodotte oltre 4000 tonnellate di Co2. Siamo stati nell’area protetta del Belagaio (Grosseto) – dove attivisti hanno documentato fenomeni di dissesto idrogeologico seguiti al taglio di una ditta boschiva che rifornisce centrali a biomasse ed è in corso un processo per violazione di norme forestali – e a Strongoli (Crotone) – dove si trova uno dei più grandi impianti a biomasse forestali d’Europa e l’Azienda Sanitaria Provinciale (Asp) è intervenuta per tutelare i cittadini da polveri e rumori.

In Romania, dove si trovano le ultime foreste vergini d’Europa e diverse guardie forestali sono state uccise dalla “mafia del legno“, abbiamo seguito l’attivista ambientale Tiberiu Boșutar – che a settembre ha subito un tentato omicidio – in un’azione di denuncia di tagli boschivi illegali. Mentre il governo rumeno promuove la conversione di centrali a carbone in centrali a biomasse legnose la professoressa di Silvicultura dell’Università di Suceava avverte: “Questo aumenterà i tagli boschivi illegali. Di sicuro”.

Giacomo Grassi, membro dell’Ipcc e co-autore del rapporto della Commissione Europea sull’energia da biomasse forestali, spiega che questa è ecologica solo se si bruciano residui del legno “che sarebbero comunque tornati in atmosfera”, poiché – “in proporzione all’energia prodotta, la combustione di legna emette più Co2 rispetto ai combustibili fossili”: “Il rischio è che i sussidi alla bio-energia, incentivino un uso eccessivo del legno”. Il documentario svela che i sussidi alle centrali a biomasse legnose costituiscono oltre il 60% del fatturato degli impianti e che la norma che li regola è frutto di un copia-incolla da un documento della lobby del settore.

La video-inchiesta “L’affare dei tagli boschivi – il prezzo dell’energia da biomasse legnose” è stata realizzata con il contributo finanziario del programma #IJ4EU e di Journalismfund.

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