Prova di forza di Tadej Pogacar nella sesta tappa del Tour de France con arrivo a Longwy. Lo sloveno dopo aver già offerto una grande prestazione sul pavé di Arenberg si è ripetuto anche sullo strappo conclusivo della frazione odierna, prendendosi di forza la maglia gialla. La Binche-Longwy di 220 km era iniziata con l’attacco dell’ex leader della classifica generale Wout Van Aert che in compagnia di Quinn Simmons e Jakob Fuglsang aveva animato la fuga di giornata. Il tentativo, però, è stato annullato dal gruppo ai -11 dall’arrivo, con il belga che è stato l’ultimo ad arrendersi. A quel punto è iniziato lo show del vincitore degli ultimi due Tour de France che sulla Côte des Religieuses (1600 metri al 5,8%), ultima salita e sede di arrivo, si è lasciato alle spalle la concorrenza involandosi in solitaria verso il successo a 500 metri dal traguardo.

“Ogni volta che vinco è sempre meglio – ha dichiarato dopo il trionfo Pogacar – oggi è stata una giornata pazzesca e durissima fin dall’inizio con tanti corridori che sono andati a tutta per andare in fuga. La squadra è stata fantastica, sempre presente nelle varie azioni e nel finale hanno fatto un lavoro incredibile per mettermi nelle condizioni di vincere lo sprint. Michael Matthews era uno dei più pericolosi, ma abbiamo fatto le ultime due salite molto forte e io avevo ancora le gambe per spingere forte. Non avevo programmato di prendere oggi la maglia gialla, volevo vincere la tappa e poi grazie agli abbuoni sono balzato al comando”.

Il campione della UAE Emirates ha così ottenuto il simbolo dopo appena sei tappe. Ha superato le insidie del pavé guadagnando perfino secondi o minuti sui diretti rivali. A questo punto tutti lo aspettavano in giallo al termine della tappa di venerdì, con arrivo sulla temuta e dura erta della Planche des belles filles. Invece non ha saputo nemmeno aspettare: la verità è che Pogacar ha deciso di dominare il Tour de France 2022. La corsa ha già un padrone dopo solo sei frazioni, visto che il grande favorito della vigilia ha dimostrato di essere in una condizione fisica eccezionale e il suo più diretto avversario alla vigilia della Grand Boucle, il connazionale Primoz Roglic, è già staccato di oltre due minuti dopo la débacle, causa caduta, sul pavé. Ora serve un nome per evitare che il Tour diventi una lunga cavalcata solitaria. C’è Jonas Vingegaard, ci sono gli uomini Ineos: ma chi davvero può impensierire un Pogacar così? Per ora, solo un imprevisto.

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