“La speranza è quella di poter vivere in un posto libero per tutti dove la gente non è più spaventata dall’amore e dall’essere se stessa”. Lo dicono i ragazzi e le ragazze che hanno partecipato al Pride milanese sabato 2 luglio. In centinaia di migliaia hanno attraversato le vie della città con “gioia” ma anche con la “rabbia” di chi ha assistito all’affossamento del ddl Zan negli scorsi mesi. “Siamo delusi ma spero che si possa tornare indietro, noi siamo pronti al cambiamento ma il Senato probabilmente ancora no” spiega una ragazza. Tra i più giovani la fiducia nella politica sembra essere poca. Non solo nei confronti della destra ma anche di una certa sinistra ritenuta “non in grado di portare avanti soluzioni radicali e concrete”. La lotta alle discriminazioni è una questione da affrontare “con urgenza” spiega Elena ricordando che “viviamo in un paese che registra un femminicidio ogni tre giorni e un aggressione omolesbobitransfobica ogni tre giorni”. E ai ragazzi e alla ragazze del Pride fa tanta rabbia vedere che per alcune forze politiche “non sia considerata una priorità”. La Regione Lombardia ha negato il patrocinio al Pride ma il consiglio regionale con voto segreto ha approvato la partecipazione di un suo rappresentate, il Cinque Stelle Dario Violi che attacca Fontana: “È una giunta che vive indietro negli anni”.

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