I ministri dell’Energia europei si accontentano di raggiungere il 40% di rinnovabili nel mix energetico Ue entro il 2030. Il compromesso, raggiunto al Consiglio energia in corso a Lussemburgo, si oppone alla proposta della Commissione Ue di aumentare il target al 45% contenuta nel maxi piano RePowerEu per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili russi. L’obiettivo al 2030 in questo momento è fissato al 32%. Il testo – che dovrà ora essere negoziato con Parlamento e Commissione – prevede che i Paesi aumentino i contributi stabiliti nei piani nazionali integrati per l’energia e il clima (Pnec), da aggiornare nel 2023 e nel 2024.

Un altro compromesso al ribasso, spiega Euractiv, è costituito dal fatto che gli obiettivi relativi al consumo di energia primaria saranno “indicativi” e dunque non tassativi per i Paesi membri. Per quanto riguarda il rafforzamento delle misure di efficienza energetica a lungo termine è arrivato un via libera alla riduzione di “almeno il 9% entro il 2030 rispetto al 2020″: la Commissione aveva proposto un aumento al 13%. L’obiettivo del 9% corrisponde a un consumo complessivo finale massimo di 787 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep) all’anno, in calo del 36% rispetto alle proiezioni per il 2030 fatte nel 2007. Ciascun Paese dovrà stabilire contributi nazionali indicativi, che la Commissione esaminerà e correggerà se il target Ue non sarà rispettato. Il testo, parte del pacchetto Fit for 55, sarà ora oggetto di negoziato tra Commissione, Consiglio e Parlamento Ue.

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