Sono almeno mille, ma la stima sale di ora in ora, i morti provocati dal terremoto di magnitudo 5.9 che ieri sera ha colpito il sudest dell’Afghanistan, al confine con il Pakistan. Lo ha riferito il viceministro per la Gestione dei disastri, Sharafuddin Muslim. Un funzionario del governo locale ha spiegato alla Bbc che il numero delle vittime è destinato ad essere aggiornato al rialzo e che circa 1500 persone sono rimaste ferite. Lo United States Geological Survey (Usgs) ha registrato la scossa a circa 46 chilometri dalla città di Khost, a una profondità di 10 chilometri. Secondo il Centro sismologico euro mediterraneo, il terremoto è stato avvertito in un raggio di oltre 500 chilometri, anche in India. “Chiediamo alle agenzie umanitarie di fornire soccorsi immediati alle vittime del terremoto per prevenire una catastrofe”, ha dichiarato il portavoce del governo, Bilal Karimi.

La popolazione afghana è già in gravissima difficoltà dopo il ritorno al potere dei Talebani. Qualche giorno fa il Rappresentante Permanente d’Italia presso le Nazioni Unite aveva espresso preoccupazione per “le crescenti restrizioni dei diritti e delle libertà delle donne e delle ragazze, compresi il diritto all’istruzione e la libertà di movimento, nonché della loro piena partecipazione a tutte le sfere della vita pubblica” e per le segnalazioni sulla violenza sessuale e di genere, condannando le ricorrenti uccisioni arbitrarie ed extragiudiziali nel Paese, nel contesto di una “terribile situazione umanitaria”.

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