Due volontari americani sono stati catturati dall’esercito russo in Ucraina, vicino Kharkiv. Si tratta di Alexander J. Drueke, 39 anni, e di Andy Tay Huynh, 27, due veterani dell’esercito Usa originari dell’Alabama, che erano partiti per aiutare le forze di Kiev (Drueke ha combattuto in Iraq, Huynh faceva parte dei marines). Sono stati fatti prigionieri la scorsa settimana alle porte della città, la seconda più grande dell’Ucraina, vicino al confine russo: la Cnn ha pubblicato una foto che mostra i due con le mani apparentemente legate dietro la schiena. Gli Stati Uniti, tramite il portavoce del Dipartimento di Stato Ned Price, esortano Mosca a trattare i combattenti americani catturati in Ucraina come prigionieri di guerra e a garantire quindi loro un trattamento umano.
Giovedì Price aveva confermato la notizia di un terzo connazionale volontario nel Paese scomparso “nelle recenti settimane”: si tratta dell’ex ufficiale dei marines Grady Kurpasi, di cui non si hanno notizie dal 26 aprile scorso, dopo che il 7 marzo era arrivato in Ucraina e il 21 marzo aveva raggiunto Kiev per aiutare i civili. La sua identità è stata confermata dalla moglie ai media americani. “Voleva mettere a disposizione la sua esperienza per aiutare il popolo. Non aveva intenzione di combattere”, ha raccontato un suo amico, George Heath, alla Cnn. Riferendo che Kurpasi e altri membri della legione straniera erano stati incaricati, alla fine di aprile, di presidiare un posto di osservazione militare vicino a Kherson, più o meno nel periodo in cui l’ex marine ha smesso di comunicare con la moglie e gli amici negli Usa.
L’amministrazione Biden ha colto l’occasione per scoraggiare i cittadini Usa a recarsi in Ucraina: “Non è un luogo in cui andare per gli americani”, ha detto il portavoce del Pentagono John Kirby. Il rapimento dei veterani arriva a pochi giorni dalla notizia della condanna a condanna a morte, da parte di un tribunale della repubblica separatista di Donetsk, di due cittadini britannici (Aiden Aslin e Shaun Pinner) e un marocchino che combattevano con gli ucraini, accusati di essere “mercenari”: la portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova, ha detto le condanne a morte inflitte finora devono servire da “esempio” per tutti gli altri “soldati di fortuna” che già combattono al fianco delle truppe di Kiev o intendono farlo.