Sale la tensione in Medio Oriente. L’Iran ha affermato ieri che verranno rimosse alcune telecamere poste nei siti nucleari iraniani dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica per misurare il livello di arricchimento dell’uranio. Teheran ha annunciato l’installazione di centrifughe per uranio altamente avanzate nel sito di Natanz. Lo stesso sito fu in passato oggetto di uno degli attacchi informatici più sofisticati della storia. Il software malevolo Stuxnet, sviluppato da Stati Uniti ed Israele, che causava piccoli ma ripetuti malfunzionamenti alle turbine di cui era impossibile determinare la causa. Con i nuovi impianti è possibile che l’Iran inizi ad accumulate uranio 235 ad altissima purezza. Prerequisito per la costruzione di armi atomiche.

Le telecamere che saranno spente sono due. “L’Iran finora ha avuto un’ampia cooperazione con l’Aiea, ma l’agenzia non solo è stata ingrata, ma ha considerato la buona volontà dell’Iran come un dovere”, si legge nella dichiarazione delle autorità iraniane, citata dalla tv. “Le due telecamere erano state posizionate oltre l’ambito delle misure di salvaguardia. Oltre 80 delle altre telecamere dell’Aiea continueranno a funzionare”. La mossa di Teheran è stata decisa contemporaneamente alla riunione del Board dei governatori dell’Aiea, dove è stata inoltrata una bozza di risoluzione di Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Germania contro le attività nucleari dell’Iran. Il consiglio dei governatori ha quindi adottato a larga maggioranza una risoluzione che richiama formalmente all’ordine l’Iran per la sua mancanza di cooperazione. Il testo presentato dagli Stati Uniti e da Regno Unito, Francia e Germania è il primo testo di critica a Teheran votato dall’agenzia dal giugno 2020.

La decisione dell’Aiea è “significativa” e “rivela la vera faccia dell’Iran”, ha commentato oggi il premier israeliano Naftali Bennett. Il capo del governo israeliano ha sottolineato che la decisione dell’Aiea stabilisce che l’Iran “non coopera con l’Agenzia nè adempie alle sue direttive e le impedisce di svolgere la sua importante funzione e di agire contro l’attività nucleare militare”. La mossa dell’Aiea – ha concluso Bennett – “è un chiaro segnale di avvertimento all’Iran: se continua le sue attività i Paesi guida devono portare il dossier al Consiglio di Sicurezza dell’Onu”. Ieri la la Guida suprema dell’Iran Ali Khamenei ha rimarcato che “Paesi arabi e non arabi che hanno optato per la normalizzazione delle relazioni con il regime sionista, basata sulla volontà degli Usa e contro il volere dei loro popoli, devono sapere che questa mossa non porterà alcun beneficio ma al contrario il loro sfruttamento da parte del regime sionista”.

La mossa iraniana si inquadra nella più ampia partita del processo di riavvicinamento con gli Stati Uniti. Le sanzioni contro Mosca rendono più importante che mai rompere l’isolamento di quello che è il terzo paese al mondo per riserve di petrolio ma solo il nono per produzione oltre che il secondo per riserve di gas. La fine dell’embargo sugli idrocarburi dell’Iran potrebbe contribuire a calmierarne i prezzi, ma Teheran sa che ha questo punto la sua posizione negoziale si è rafforzata. A frenare sul riavvicinamento è invece la Russia, che ha voce in capitolo, proprio per non concedere forniture supplementari all’Occidente. Ostili alla riabilitazione di Teheran sono anche Israele, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti.

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