Non sono passate nemmeno due settimane dall’omicidio del colonnello delle Guardie della Rivoluzione iraniane, Hassan Sayyad Khodaei, sorpreso in strada da due killer in moto che hanno aperto il fuoco contro di lui, che la scia di uccisioni e morti sospette nel Paese degli ayatollah continua ad allungarsi. Nel giro di 24 ore un altro pasdaran delle Forze Quds, Ali Esmailzadeh, è morto per “un incidente” avvenuto nella sua abitazione, secondo quanto riferito dalle autorità di Teheran, mentre tornano a morire anche gli scienziati della Repubblica Islamica, dato che a perdere la vita, si ipotizza per avvelenamento, è stato Ayoob Entezari, del Centro di sviluppo e ricerca di Yazd dove lavorava allo sviluppo di droni e missili. Nessuna rivendicazione, nessuna dichiarazione ufficiale, ma il sospetto che queste morti, come le decine registrate nel corso dei mesi, possano essere ricollegate all’attività del Mossad israeliano, che ha lanciato una dura offensiva all’Iran e alle sue strutture militari e nucleari all’interno dei suoi confini, non è da scartare.

Il primo degli ultimi due casi è quello che riguarda Esmailzadeh. A dare notizia dell’ennesimo alto grado delle Guardie della Rivoluzione che muore in circostanze sospette è stato proprio il governo di Teheran. Nessuna accusa, però, come avvenuto nel caso di Khodaei, nessun dito puntato verso Tel Aviv. L’agenzia di stampa ufficiale Irna scrive che il colonnello è morto durante un “incidente nella sua residenza” giorni fa nella città di Karaj, a circa 35 chilometri a nord-ovest della capitale. Nessun altro dettaglio, ma ha negato le notizie secondo cui il membro dei pasdaran sarebbe stato assassinato. Altre emittenti vicine alle forze armate hanno detto che Esmailzadeh è caduto dal tetto o dal balcone. Visti i precedenti, resta da capire se la versione ufficiale del governo Raisi ricalchi la realtà o se la ricostruzione riportata non rappresenti un tentativo di non mostrarsi troppo vulnerabili agli attacchi sferrati da servizi d’intelligence stranieri. Cosa che, però, non era stata fatta nel caso di Khodaei, quando l’esecutivo aveva accusato Israele dell’agguato. E anche in queste ore il comandante dei pasdaran, generale maggiore Hossein Salami, ha assicurato che “l’Iran si vendicherà per il recente assassinio da parte dei sionisti. Questi martiri – ha detto riferendosi ai numerosi ufficiali e scienziati ammazzati – sono stati uccisi da persone molto malvagie. I nostri nemici, dal cuore della Casa Bianca e di Tel Aviv, da mesi cercavano Sayyad Khodai per assassinarlo”.

L’ipotesi dell’avvelenamento col cibo è invece quella trapelata riguardo alla morte di Entezari. L’uomo, laureato all’Università di Teheran e impegnato nello sviluppo di armamenti, in particolare droni e missili, per la Repubblica Islamica, rappresentava un obiettivo di livello per gli avversari internazionali di Teheran. Questa volta sono stati i media israeliani a diffondere l’ipotesi del cibo avvelenato citando alcuni report.

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