Adesso Mosca passa a minacciare direttamente l’Occidente e lo fa per bocca del vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, che su Telegram promette che farà di tutto per far sparire “i nemici della Russia”: “Mi viene spesso chiesto perché i miei post su Telegram sono così duri. La risposta è che li odio. Sono bastardi e imbranati. Vogliono la nostra morte, quella della Russia. E finché sarò vivo farò di tutto per farli sparire“. Parole che seguono quelle scritte, sempre sul canale di messaggistica, soltanto lunedì, quando l’ex presidente della Federazione russa si è scagliato contro la Commissione europea per l’adozione del sesto pacchetto di sanzioni, “sicuramente per fare a pezzi l’economia russa”.

Sull’embargo petrolifero graduale, l’ex delfino di Putin ha commentato che “non c’è modo di abbandonare immediatamente il nostro petrolio. Ora gli europei dovranno setacciare il mondo alla ricerca di materie prime della stessa qualità. In tal modo, dovranno affrontare una carenza di alcuni tipi di carburante, come il diesel, necessario per i camion e le attrezzature agricole. E sanno che dovranno ancora trovare schemi ‘grigi’ per ottenere le nostre materie prime, in qualche modo pagarle, aggirando le loro stesse idiote sanzioni. E questo nonostante i camionisti siano già in sciopero in Italia, Polonia e Ungheria e abbiano bloccato l’ingresso di auto straniere. Le autorità bastarde di Varsavia si sono rifiutate del tutto di fornire materie prime all’Ucraina”.

Le sanzioni contro l’infrastruttura di regolamento russa (il National Settlement Depository), ha proseguito Medvedev, sono state imposte “per il gusto di gridare a gran voce: ‘L’obiettivo è stato raggiunto, c’è un default in Russia’. Questa è solo un’altra bugia. Non ci siamo mai rifiutati di pagare. E il settore degli investimenti subirà un duro colpo. Gli imbecilli europei nel loro zelo hanno dimostrato ancora una volta di considerare i propri cittadini, i propri affari, come nemici non meno dei russi”. E chiude prevedendo un periodo buio per il Vecchio Continente: “Gli europei di talento possono introdurre il nuovo pacchetto di sanzioni. A giudicare da come funzionano le restrizioni e dove si sta dirigendo la situazione economica nell’Ue sullo sfondo di ridicole storie dell’orrore anti-russe, qualcosa è andato storto”.

Immediata la reazione del ministro degli esteri, Luigi Di Maio, che ha definito le parole di Medvedev “gravissime e pericolose. Sono parole inaccettabili, che ci preoccupano fortemente anche perché arrivano dal vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo. Non è un segnale di dialogo, non è un’apertura verso un cessate il fuoco, non è un tentativo di ritrovare la pace, ma sono parole inequivocabili di minaccia verso chi sta cercando con insistenza la pace”, ha scritto in una nota. Affermazioni che vanno quindi nella direzione opposta a quella manifestata in Europa da leader come Macron, Draghi e Scholz e che alimenta così lo scontro tra i due blocchi: “È doveroso smettere di alimentare tensioni con provocazioni e minacce. Ribadisco, per arrivare alla pace non basta l’apertura dell’Ucraina e la spinta della comunità internazionale, ma serve la Russia e la volontà di dialogo di Putin. Le affermazioni che arrivano oggi, invece, non lasciano dubbi e allontanano da parte russa la ricerca della pace. Piuttosto danno linfa a una campagna d’odio contro l’Occidente, contro quei Paesi che stanno cercando con insistenza la fine delle ostilità in Ucraina”.

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