Su 107 province italiane, Roma è una delle meno vivibili per chi ha un’età compresa tra i 18 e i 35 anni. Lo afferma il Sole24Ore nella nuova classifica sulla qualità della vita divisa per fasce d’età (bambini, giovani e anziani) e misurata attraverso 12 indicatori. La città eterna si è piazzata al 105esimo posto. Ma se la capitale politica piange, quella economica non ride. Per trovare Milano bisogna scorrere la graduatoria “giovane” fino al numero 95. Sul podio delle province più indicate per vivere al meglio la giovinezza, spiccano tre città dell’Emilia-Romagna: Piacenza al primo posto e, a seguire, Ferrara e Ravenna.

Le peggiori – Quattro i parametri che hanno compromesso la performance sia di Roma che di Milano: canoni di locazione proibitivi, aree sportive ridotte, pochi matrimoni celebrati e un’età media al parto molto alta. Tra le meno adatte alla vita dei ragazzi e delle ragazze compaiono anche Venezia (102°) e Genova (103°). Per quanto riguarda la prima, l’incidenza del canone di locazione sul reddito medio ha abbassato la media del risultato finale: stando a questa specifica variabile è la seconda peggiore provincia in Italia (106°). Tra i punteggi negativi ottenuti dal capoluogo ligure invece salta all’occhio soprattutto quello relativo all’indicatore “amministrazioni comunali under 40” – percentuale sul totale – che ha spinto la città al 106esimo posto.

Le migliori – L’Emilia-Romagna domina incontrastata la top ten. Oltre alle prime tre, infatti, ci sono anche Forlì-Cesena (8°) e Modena (10°). Se Piacenza guarda tutte le altre città dall’alto è anche grazie al “saldo migratorio totale” (2°). In altri termini, il parametro indica la differenza tra il numero degli iscritti e il numero dei cancellati dai registri anagrafici per trasferimento di residenza, per mille abitanti. Relativamente alle “aree sportive”, Ferrara è la migliore provincia italiana, e precede di qualche posizione Ravenna (4°), il cui terzo posto nella classifica generale è dato anche dal sesto posto ottenuto nella sezione “gap affitti tra centro e periferia“, cioè la differenza per canone medio di un bilocale nel comune capoluogo.

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