Cinquantatré Comuni al voto, di cui tre capoluoghi di provincia (Rieti, Viterbo, Frosinone) e nove centri con oltre 15mila abitanti: il Lazio si prepara alle urne confermando nei territori più popolosi lo schema delle alleanze di centrosinistra e centrodestra con Pd e M5s uniti contro Fratelli d’Italia-Lega-Forza Italia. Sono diverse però le eccezioni: dalla clamorosa spaccatura della destra a Viterbo a insolite cordate che vedono insieme destra e sinistra, come a Rieti e Fonte Nuova.

A Viterbo si spacca il centrodestra dopo le dimissioni anticipate del sindaco di Forza Italia, Giovanni Arena, che per la tornata elettorale del 12 giugno ha messo su una lista e appoggia la candidata del Pd, Alessandra Troncarelli, che ha il sostegno del centrosinistra unito, compreso il M5s. I dissapori sorti nella coalizione azzurra, dopo le elezioni provinciali, hanno fratturato l’ex maggioranza al punto che due assessori uscenti gli vanno contro in solitaria: Laura Allegrini con Fratelli d’Italia e Carlo Ubertini con Lega, Forza Italia e Udc. In campo, nel capoluogo della Tuscia, storicamente di centrodestra, anche altri cinque candidati di profilo civico o di liste politiche minori.

A Rieti si conferma l’alleanza Pd-M5s ma in una versione originale: i grillini appoggiano Simone Petrangeli, già sindaco in passato sotto il simbolo di Sel, ma lo fanno con una lista civica (ConTe) e quindi non esponendo le cinque stelle sui manifesti elettorali. Il Reatino, dopo Viterbo, è la seconda roccaforte della destra nel Lazio, e Petrangeli dovrà vedersela con il vicesindaco e assessore uscente Daniele Sinibaldi (di Fratelli d’Italia) appoggiato dalla coalizione di centrodestra unita e da una cordata di liste civiche tra cui Rieti al centro che vede negli elenchi esponenti di Italia viva e di Cambiamo di Giovanni Toti. A Frosinone si conferma invece lo schema classico: centrosinistra contro centrodestra. Per Pd e M5s corre Domenico Marsi; per FdI, Lega e FI, l’assessore uscente Riccardo Mastrangeli. In corsa anche altri tre candidati.

Nei nove grandi comuni al voto, e per cui è previsto un secondo turno il 26 giugno, il centrosinistra si conferma unito in sei città su nove, il centrodestra in quattro anche se in diversi comuni gli esponenti della coalizione si presentano in vesti civiche nell’alveo di proposte di area conservatrice. I giallorossi tengono ad Ardea, Cerveteri, Ciampino, Grottaferrata, Guidonia Montecelio e Ladispoli; gli azzurri reggono l’unione a Cerveteri, Ciampino, Grottaferrata, Guidonia Montecelio.

La spaccatura più evidente nel centrodestra è a Sabaudia, in provincia di Latina: la città esce dal commissariamento dopo l’inchiesta per corruzione che ha coinvolto 16 persone tra cui la sindaca Giada Gervasi. I malumori sul territorio hanno favorito l’alleanza tra Forza Italia, Azione e Udc, sotto il nome di Alberto Mosca, e la corsa a due di FdI e Lega per Enzo Di Capua. L’alleanza a destra è saltata anche ad Ardea e Fonte Nuova. In quest’ultimo caso si registra lo scenario più articolato: il sindaco uscente Piero Presutti, cinque anni di governo con una maggioranza di centrodestra, ha perso il sostegno della Lega che corre da sola con Graziano Di Buò, ma ha guadagnato una lista civica che è espressione del Partito democratico locale. Contro di lui, a conferma della convergenza saltata con il Pd, il M5s corre con Imelda Buccilli. Ad Ardea ha rotto con la coalizione di destra Forza Italia che, sempre con una civica e non con il simbolo, appoggia il candidato di Pd e M5s, Lucio Zito. FdI e Lega vanno invece unite nella cittadina a sud di Roma con Fabrizio Cremonini.

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