Ammontano a oltre 3mila tonnellate i prodotti Kinder che sono stati ritirati dal mercato dopo i numerosi casi di salmonellosi registrati in Europa. L’impatto finanziario, ha annunciato il direttore generale di Ferrero Francia in un’intervista a Le Parisien, Nicolas Neykov, è di diverse decine di milioni di euro: “Per le nostre indagini, la contaminazione proverrebbe da un filtro situato in un serbatoio di burro dello stabilimento di Arlon in Belgio” e vi sarebbe arrivata “o da materie prime contaminate, o da persone”. È la prima volta che Neykov parla pubblicamente dall’inizio dello “scandalo sanitario”.

Stando all’ultimo conteggio delle autorità sanitarie, sono stati 42 i casi di salmonellosi in Francia, per lo più bambini che avevano mangiato cioccolatini Kinder prima di stare male. Contattata dai genitori, l’azienda si è offerta di inviare soltanto dei buoni come risarcimento: il quotidiano Liberation ha raccolto diverse testimonianze sul caso. Tra queste, si legge sulla testata francese, tre dei genitori di bambini che hanno contratto la salmonellosi hanno raccontato la stessa versione: il consumo di un uovo Kinder, la comparsa il giorno successivo di sintomi vicini alla gastroenterite, il ricovero e infine la diagnosi da parte dei medici. E tutti e tre concludono con “il silenzio persistente di Ferrero”. Il brand italiano, denuncia l’avvocato di quattro delle famiglie coinvolte, Jérémy Kalfon, voleva “salvare la Pasqua”. “L’indagine è in corso e mira a capire perché le persone si sono ammalate anche quando i prodotti erano stati bloccati” si difende l’azienda. La metà dei casi registrati interessano bambini di età inferiore ai tre anni. Secondo due agenzie sanitarie europee, c’erano almeno 150 casi di salmonellosi il 12 aprile.

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