Il Parlamento eserciti nuovamente la propria funzione di indirizzo politico“. A chiederlo in una lettera inviata ai parlamentari di Camera e Senato è Link 2007, la Rete delle Organizzazioni della società civile di cooperazione e solidarietà internazionale che comprende alcune delle principali ong italiane (tra cui WeWorld, Cesvi, Intersos, Amref, Soleterre Onlus, Cisp, Copi). Una presa di posizione che arriva alla vigilia del viaggio negli Usa di Mario Draghi per incontrare Joe Biden e dopo che Palazzo Chigi ha fatto sapere che, per il momento, non riferirà alle Camere. Nessuna violazione formale degli obblighi del premier, ma da più parti inizia ad arrivare la richiesta che siano coinvolti senatori e deputati in una fase di profonda evoluzione del conflitto in Ucraina. A chiederlo politicamente è il M5s: il leader Giuseppe Conte da alcuni giorni sta insistendo per chiedere che Draghi riferisca in Aula, ma senza successo. Ora cercano di farsi sentire anche le ong.

“Sembra che sia diminuito l’interesse per il dialogo e la negoziazione” – “In questa complicata e confusa fase della guerra di aggressione della Russia all’Ucraina”, si legge nella lettera firmata dal presidente Roberto Ridolfi, “ci sembra opportuno che il Parlamento eserciti nuovamente la propria funzione di indirizzo politico, individuando con chiarezza i fini che il governo intende perseguire con il doveroso sostegno all’Ucraina”. Nel testo, le ong rivelano le loro preoccupazioni per il clima collettivo: “Sembra infatti che tra i Paesi alleati stia prendendo sempre più spazio una volontà diversa e aggressiva rispetto a quella di difendere l’Ucraina dall’aggressore, quasi confermando la stessa logica di potenza, costi quel che costi al popolo ucraino e senza aver valutato e definito un piano finale con obiettivi precisi e condivisi“. La Rete Link2007 continua chiedendo che si lavori per “la via del dialogo politico e delle negoziazione per la pace“: “Sembra che su questo sia diminuito l’interesse”, si legge. “Ci si nasconde dietro al rifiuto o al ‘non è il momento’ che viene dal Cremlino per accantonare l’azione diplomatica, che per sua natura deve essere costante, ostinata, audace, e lasciando in second’ordine, quasi dimenticandolo, l’obiettivo principale che deve rimanere quello di trattare tenacemente la pace, senza scoraggiarsi di fronte agli ostacoli”. E ancora: “Sembra che si stia rinunciando troppo presto a seguire la strada maestra della ridefinizione, con trent’anni di ritardo dopo il crollo dell’URSS, di un ordine mondiale condiviso, con istituzioni internazionali funzionanti, che rispecchi l’attuale realtà del mondo e non quella del 1946, metta le basi per una nuova convivenza pacifica e collaborativa e allontani l’idea di una nuova contrapposizione che rafforzerebbe il continuo riarmo invece di riprogrammare un disarmo concordato, a discapito di ben più impellenti e importanti finalità, da tutti nobilmente rappresentate e sottoscritte negli obiettivi dello sviluppo sostenibile”.

“L’Ue sta perdendo la propria voce”. “L’Italia non sta assumendo alcun ruolo leader” – Secondo le associazioni inoltre, “sembra che l’Ue stia perdendo la propria voce, delegandola ad altre alleanze, o esprimendola debolmente ed inefficacemente attraverso singoli leader. Se all’inizio dell’invasione russa si è vissuta la sentita aspirazione ad una maggiore unità dei paesi e dei popoli europei, i leader non hanno saputo coglierla pienamente per vivificare il cammino di integrazione europea e accelerarlo, anche al fine di poter contribuire alla pace globale, come l’abbiamo vissuta nel nostro continente per 75 anni”. La Rete è molto critica anche sul ruolo dell’Italia: “Sembra che l’Italia non stia assumendo alcun ruolo leader, limitandosi alla fedeltà e lealtà all’Alleanza atlantica ed all’alleato principale. Eppure, nella stessa Alleanza e senza venire meno alla lealtà, potrebbe e dovrebbe assumere “in condizioni di parità con gli altri Stati” un ruolo significativo e di prima fila nella definizione dell’indispensabile duplice direzione di sostegno all’Ucraina aggredita e di dialogo politico con la Russia, Stato aggressore ma indispensabile per il negoziato. L’Italia non può rimanere ai margini e deve saper giocare in ogni sede tutto il proprio capitale politico e diplomatico che non ha nulla da invidiare agli altri Stati”.

La risoluzione e le richieste – La Rete delle Organizzazioni della società civile di cooperazione e solidarietà internazionale chiede allora ai rappresentanti in Parlamento di “presentare e approvare una Risoluzione che impegni il governo a”: “manifestare in ogni sede internazionale la propria opzione indirizzata sia al sostegno all’Ucraina sia all’iniziativa politico-diplomatica per ristabilire la pace, con entrambe le componenti finalizzate al raggiungimento del cessate il fuoco il prima possibile e di un negoziato diretto tra le parti con l’assistenza internazionale”; “premere in sede europea per un’azione che veda l’Ue protagonista attiva e propositiva nel processo di soluzione politica”; “definire e proporre un percorso deciso di negoziazione verso una soluzione politica di compromesso da entrambe le parti”; “incoraggiare una nuova “conferenza di Helsinki” sulla sicurezza e la cooperazione in Europa”; “rafforzare le alleanze in seno al Consiglio europeo per l’abolizione dell’unanimità nelle decisioni sensibili, che creano paralisi politiche, e per avviare il processo di revisione dei trattati in senso maggiormente federativo”.

La lettera di Link2007 si conclude con la citazione delle parole di Sergio Mattarella, pronunciate davanti al Consiglio d’Europa a Strasburgo: “Alla comunità internazionale tocca un compito: ottenere il cessate il fuoco e ripartire con la costruzione di un quadro internazionale rispettoso e condiviso che conduca alla pace”.

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