Causa non pervenuta. Cosa scateni le epatiti gravi – in alcuni casi così acute da richiedere un trapianto di fegato – nei bambini è ancora un mistero. Gli scienziati sono al lavoro e contemporaneamente ricordano che le infiammazioni di questo genere, ovvero senza che sia individuato il virus, ci sono sempre state in passato. Quello che ha fatto scattare l’allerta sono state le segnalazioni arrivate dal Regno Unito che nel giro di pochi mesi ha registrato un alto numero di casi che quasi nel 10% hanno portato a un trapianto. Esclusa la vaccinazione anti Covid anche perché molti bambini colpiti non era vaccinati o non avevano l’età per esserlo, i medici hanno cercato, per ora invano, l’agente patogeno responsabile.

“Una delle ipotesi principali è l’adenovirus, che è un gruppo di virus comuni diffusi da persona a persona che causano sintomi respiratori, vomito e diarrea nei bambini” ribadisce l’Organizzazione mondiale della Sanità che ha pubblicato sul portale web la sezione “Domande e Risposte” sulle epatiti nei bambini. “Stiamo lavorando con Paesi e partner per esaminare una serie di possibili fattori esplicativi. Si stanno esplorando un gran numero di strade” rileva l’Oms. E, “sebbene l’adenovirus sia attualmente un’ipotesi, non spiega completamente la gravità del quadro clinico. Sono stati segnalati casi di epatite in bambini immunocompromessi con infezione da adenovirus, tuttavia è insolito che sia una causa di epatite grave in bambini altrimenti sani“.

Tra le ipotesi c’è anche il coronovirus che scatena il Covid perché Sars Cov 2 è stato rilevato in diversi casi. Tuttavia, la circolazione di Covid-19 “è attualmente diffusa nella comunità in molti dei Paesi colpiti e il potenziale contributo di questo virus alla presentazione clinica non è chiaro”. Il team di ricercatori del Regno Unito ha suggerito però alcuni fattori indirettamente connessi alla pandemia, “come una maggiore suscettibilità tra i bambini piccoli a seguito di un livello inferiore di circolazione di adenovirus durante la pandemia di Covid-19, la potenziale comparsa di un nuovo adenovirus e la coinfezione da Sars-CoV-2 come possibili fattori e devono essere ulteriormente studiati”. Gli adenovirus spesso causano sintomi simili al raffreddore. Dei 169 casi inclusi in un recente rapporto dell’Oms, almeno 74 avevano un’infezione da adenovirus: diciotto di questi bambini sono stati infettati da quello che è noto come adenovirus di tipo 41, che in genere causa sintomi gastrointestinali e respiratori. Non tutti i piccoli pazienti sono risultati positivi per un adenovirus e, sebbene i virus possano causare infiammazione del fegato, questo sintomo è più comune nelle persone immunocompromesse e non in quelle sane.

I genitori, concludono gli esperti dell’Oms, “dovrebbero prestare attenzione ai sintomi dell’epatite, che sono un esordio acuto di diarrea, vomito, dolore addominale e ittero, dove la pelle e il bianco degli occhi diventano gialli”, mentre “la maggior parte dei bambini non presenta la febbre”. Per evitare che i figli si ammalino, è importante “adottare le normali misure che aiutano a proteggere dai virus comuni”, come lavaggio delle mani e igiene respiratoria. Dopo il Regno Unito casi di epatiti sono state segnalate in Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Irlanda, Israele, Italia (dove un 11enne è stato sottoposto a trapianto), Giappone, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Romania, Spagna e Stati Uniti.

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