Meglio tardi che mai. È il primo pensiero che salta in testa osservando la nuova Mercedes Classe C All-Terrain, che arriva sul mercato con un curioso ritardo sulla concorrenza diretta di Audi e Volvo, che nelle giardinette dall’aspetto “campagnolo” credono già da diversi anni. La ricetta è semplice ma efficace: carrozzeria da wagon, assetto rialzato di 4 cm, paraurti anteriore specifico e protezioni in plastica grezza per i parafanghi. Ci sarebbero pure le quattro ruote motrici, ma queste si possono avere anche sulle altre declinazioni della Classe C, con cui la All-Terrain condivide decine di sistemi di sicurezza, fra cui i fari che proiettano sull’asfalto indicazioni utili per il driver.

A chi si rivolge tutto questo? A chi è stanco della classica auto familiare ma, allo stesso tempo, non vuole cedere ai (soliti) sport utility. E la Classe C All-Terrain riesce a condensare in sé il meglio dei suddetti mondi, unendo al glamour della ricetta estetica – completata da generosi cerchi di lega e pneumatici dalla spalla alta – la possibilità di affrontare il fuoristrada leggero, per giunta col supporto di due programmi di guida specifici. Il bagagliaio (dotato di portellone ad azionamento elettrico), poi, arriva fino a 1.510 litri di capacità abbattendo lo schienale del divanetto posteriore, frazionabile nel rapporto 40:20:40.

Se all’esterno il design, pulito ed equilibrato, non ha “picchi” assoluti, all’interno il colpo d’occhio lascia piacevolmente stupiti: l’impostazione è quella della più grande e lussuosa Classe S, da cui deriva il sistema di infotainment MBUX, composto da due display, quello orizzontale da 12,3” della strumentazione e quello verticale da 11,9” dell’infotainment, con realtà aumentata e aggiornamenti Over-The-Air. Funziona tutto piuttosto bene, anche coi comandi vocali. Ma a tutto questo, oltre al necessario apprendistato, bisogna farci pure l’occhio perché manca il “comfort visivo” dei comandi fisici, praticamente assenti. Il tutto ha un gusto (non tanto) velatamente Apple.

La vettura è disponibile con un solo motore. E che motore. Si tratta del quattro cilindri turbodiesel di 2 litri, capace di 200 cavalli di potenza, a cui si aggiungono ulteriori 20 Cv generati dal mild-hybrid a 48 Volt. Un’unità propulsiva silenziosa, scattante e, soprattutto, estremamente parca: in autostrada non è difficile vedere i fatidici “20 km al litro” (il medio omologato oscilla fra 4,9 e 5,6 l/100 km). All’unità motrice, di per sé efficientissima, si aggiunge un’aerodinamica di alto livello, i benefici della trasmissione automatica a 9 marce – capace di cambi di rapporto impercettibili – e la trasmissione sulle quattro ruote motrici, alleggerita e dagli attriti più contenuti che in passato per ottimizzare i consumi.

Il risultato è una vettura che rende facile affrontare centinaia di km di autostrada, confortevole e silenziosa. A voler essere proprio pignoli, lo sterzo potrebbe essere un po’ più diretto per valorizzare al meglio le doti del telaio, ben a punto. Assetto e gommatura dalla spalla alta assorbono bene buche e asperità, senza penalizzare troppo la resa sui percorsi misti, dove l’auto conserva un’ottima compostezza. Prezzo? Da 58.359 euro.

Articolo Precedente

Peugeot 308 SW, la prova de Il Fatto.it – Familiare con spirito – FOTO

next
Articolo Successivo

Hyundai, con Gabriele Tarquini e le N più veloci all’autodromo di Monza – FOTO

next