Salario minimo a 9 euro, settimana corta e smart working: queste le ricette per il lavoro suggerite da Beppe Grillo che torna a chiedere un intervento sul lavoro con un post sul suo blog intitolato “Grillologia del lavoro”. “Negli ultimi 2 anni – si legge – il lavoro e i lavoratori sono stati al centro di una grande crisi dopo che nel 2019 si era raggiunto un picco di occupazione (con quasi 23,5 milioni di occupati, ed un tasso di occupazione pari circa il 60%) e una forte trasformazione di contratti a tempo indeterminato, in gran parte dovuto al decreto dignità, si è aperta la crisi pandemica con un impatto devastante in termini di salari e occupazione”. Il fondatore del Movimento 5 stelle passa in rassegna alcuni dati e arriva alla conclusione: “In assenza di un salario minimo e di una contrattazione sindacale efficace per tutti, questa situazione non cambierà, anzi peggiorerà. Con l’inflazione crescente, è ancora più urgente fissare un salario minimo a non meno di 9 euro l’ora”.

“È tempo – continua Grillo – di pensare che, soprattutto dopo il Covid, e con i processi di digitalizzazione in corso, il mercato del lavoro subirà trasformazioni ancora più radicali. In molte aziende l’avvento dello smart working si è affermato come una delle forme di lavoro normali, spesso anche più efficace in termini di produttività, con benefici enormi sull’ambiente, sull’inquinamento, sullo stress da lavoro correlato, sul risparmio energetico, e sul ripopolamento di piccoli centri a vantaggio di città che oggi sono invivibili e super trafficate. Abbiamo tanti casi sperimentali nel mondo che indicano che la riduzione degli orari di lavoro e la settimana corta su 4 giorni, sono alla base non solo di una maggiore performance nell’azienda ma anche di maggiore benessere, di incrementi di natalità, e di incrementi di occupazione. Cambiare è possibile. Se non ora quando?”, conclude.

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