Il centrodestra in Sicilia va in frantumi. Dopo giorni di movimenti sotterranei (e non) per cercare di chiudere in extremis un accordo e scongiurare la frattura, è arrivata l’ufficialità per le Amministrative di Palermo: Fratelli d’Italia da un lato, a sostegno dell’ex rettore, Roberto Lagalla, Forza Italia e Lega dall’altro, a sostegno dell’ex presidente dell’Ars, Francesco Cascio.

Così, dopo l’elezione del presidente della Repubblica, che segnò un solco tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini, è adesso la Sicilia a farsi teatro di un distacco definitivo. A nulla è dunque valso il richiamo di Silvio Berlusconi che domenica aveva chiesto un vertice tra i leader di partito per dirimere la querelle siciliana. Forse troppo tardi: domenica Cascio ha presentato la sua candidatura, sostenuta da Lega e Fi, nonostante la richiesta di Fdi di frenare tutto. Nei giorni successivi è stato un inseguirsi di note da parte di Lega ed Fdi. Tutto restava infatti appeso alla decisione sulla candidatura alle Regionali. Sebbene la spaccatura si sia consumata sulla corsa a sindaco del capoluogo siciliano, la vexata quaestio riguardava solo l’attuale presidente della Regione, Nello Musumeci. Su di lui si è di fatto consumato un lungo braccio di ferro del centrodestra, tra Fdi, che ha insistito sulla candidatura dell’uscente governatore, sebbene sia invisa da più parti all’interno del centrodestra siciliano (anche all’interno di Fdi), e di queste si è fatto da tempo portavoce il coordinatore regionale di Fi, Gianfranco Miccichè (perfino spaccando il suo stesso partito).

Negli ultimi giorni la Lega ha però tentato di trovare un accordo su Palermo, rinviando ogni decisione sulle Regionali (il primo turno delle Amministrative sarà il 12 giugno mentre per il governo siciliano si voterà in autunno). Ma inamovibile è stata Meloni, spalleggiata in Sicilia, dal senatore Ignazio La Russa, delegato alle questioni isolane, che infine ieri sera, sottolineando che non ci fosse “nessun ultimatum” da parte di Fdi, aveva sollecitato il vertice “perché poi inizia venerdì la nostra Conferenza programmatica a Milano – ha detto La Russa – ma soprattutto non si può più lasciare nell’incertezza la realtà di Fratelli d’Italia a Palermo, proprio ora che contro ogni nostra richiesta è stato già annunciato il ticket Lega-Fi su Cascio”.

Un sollecito per cui si è atteso pochissimo: già stamattina la candidata di Meloni alle Amministrative di Palermo, Carolina Varchi, in campo già da settimane, ha annunciato il suo passo indietro in favore di Lagalla, ufficializzando di fatto anche il sostegno di Fdi. Non senza tentare un ultimo accordo su Lagalla: “Il nostro appello a convergere tutti sull’ex rettore”, ha detto La Russa, confermando l’appoggio dei meloniani all’ex rettore e negando una spaccatura irreparabile del centrodestra: “Solo scelte diverse come nel caso di Messina tra Fi e Lega (nello Stretto i salviniani hanno rifiutato l’appoggio a Maurizio Croce, appoggiando il candidato di Cateno De Luca, ndr)”. L’appello, tuttavia, non sembra essere stato in alcun modo raccolto dalle altri parti. Se in serata si era vociferato di un pressing sia di Lega che di Fi per fare ritirare Cascio, oggi Fi serra le file con un netto “no”, perfino da chi finora ha lavorato per il sostegno a Lagalla.

Così, dopo mesi di scontri, fratture e passi indietro, l’agone elettorale a Palermo appare ancora frastagliato. Perlomeno nel centrodestra e salvo altri colpi di scena (da non escludere visto l’andazzo di queste settimane). Da sei candidati ne restano in campo, adesso, in sostanza soltanto due, più una serie di minori (tra cui Totò Lentini, autonomista vicino a Lombardo che fino a questo momento ha rifiutato di ritirarsi dalla corsa). Così, come già successo a Genova, anche a Palermo renziani e meloniani sosterranno lo stesso candidato. Con l’ufficializzazione dell’appoggio a Lagalla, Fdi ufficializza, infatti, anche la posizione al fianco di Italia Viva: il renziano Davide Faraone ha ritirato la propria candidatura proprio in sostegno dell’ex rettore (questo particolare pare avesse rallentato finora il sostegno a Lagalla di Fdi). Mentre il primo a decantare le lodi di Lagalla era stato l’ex senatore forzista, Marcello Dell’Utri, che, dopo avere scontato la pena per concorso esterno alla mafia, è tornato a muoversi nelle retrovie, pure sbarcando in Sicilia, per dare un imprinting alla campagna elettorale: “Lagalla è di certo il profilo adatto per Palermo”, aveva detto Dell’Utri. A sostenere l’ex assessore di Musumeci, c’è anche Totò Cuffaro (che ha scontato, invece, una condanna per favoreggiamento) che dopo avere paventato un appoggio al candidato di Fi, ha poi fatto mancare il suo supporto alla presentazione di Cascio domenica, ufficializzando adesso la virata su Lagalla.

Lo scenario palermitano si è andato dunque restringendo su due candidati considerati entrambi molto forti, ma dopo mesi così conflittuali, al netto dei sostegni ufficiali, non è detto che nel quadro del centrodestra non restino malumori sotterranei che vedranno però luce alle urne. All’interno di Fi, per esempio, non solo Dell’Utri aveva espresso il proprio apprezzamento per Lagalla e resta forte il malcontento di una parte di forzisti vicini a Musumeci. Fratture che fanno ben sperare il centrosinistra che si è mosso prima e compatto convergendo sull’architetto Franco Miceli (anche se a campagna avviata sono già emersi dissidi con l’Amministrazione uscente).

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