L’allerta per le epatiti di origine sconosciuta (ovvero non provocate dai virus A, B, C, D o E) è alta, ma al momento in totale nel mondo sono stati segnalati, ad oggi, circa 190 casi di epatite grave nei bambini. La direttrice del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), Andrea Ammon, in un briefing virtuale, ha spiegato che l’insorgenza della malattia è stata segnalata per la prima volta nel Regno Unito all’inizio aprile (dove almeno 8 bambini sono stati sottoposti a trapianto di fegato) e da allora è stata identificata in almeno 12 paesi a livello globale. Sono inclusi 40 casi nell’Unione europea/Spazio economico europeo. L’Ecdc sta indagando sui casi di epatite grave nei bambini insieme alle autorità nazionali e all’Organizzazione mondiale della sanità.

Una delle ipotesi è che si possa trattare di un’infezione virale probabilmente causata da un adenovirus, una famiglia comune di virus che può causare il comune raffreddore, tra le altre condizioni. Un tipo di adenovirus, in particolare, causa comunemente gastroenterite acuta e sono stati segnalati casi di epatite in bambini immunocompromessi, ma mai in precedenza in bambini sani. Gli esperti stanno approfondendo le analisi per stabilire se l’adenovirus coinvolto sia mutato, causando così malattia più grave, o se possa agire insieme ad un altro virus, incluso il Sars Cov2. Qualsiasi collegamento con i vaccini contro Covid-19 è stato invece escluso, poiché i bambini in Gran Bretagna, dove è stata individuata la maggior parte dei casi, non erano vaccinati. Secondo altri esperti, invece, l’immunità ridotta a causa dei diminuiti contatti sociali durante la pandemia potrebbe essere una ulteriore spiegazione.

Un’ipotesi ritenuta non solida però dall’Istituto Superiore di Sanità in un approfondimento. Improbabile, a giudizio degli esperti dell’Istituto, è l’ipotesi che sia un adenovirus a causare le epatiti, avanzata da qualche ricercatore. “L’adenovirus, infatti – precisa l’Iss – normalmente non è associato a malattie epatiche. In ogni caso l’adenovirus contenuto nei vaccini a vettore adenovirale anti Sars-Cov-2 utilizzati in alcuni Paesi (in Italia AstraZeneca e Janssen), è geneticamente modificato in modo da non replicare nelle cellule del nostro organismo. Allo stato attuale delle conoscenze quindi, non sembrano biologicamente possibili i fenomeni di ricombinazione tra Adenovirus circolanti e ceppo vaccinale. Questi infatti presuppongono il rimescolamento di geni tra virus mentre questi si moltiplicano, ma questo non è possibile per il vettore utilizzato per la vaccinazione”. Escluso qualsiasi collegamento con il vaccino anti Covid: “Al momento non ci sono elementi che suggeriscano una connessione tra la malattia e la vaccinazione contro il Sars-CoV2 , e anzi diverse considerazioni porterebbero ad escluderla”.

Articolo Precedente

Covid, l’Iss: “Durante il lockdown sintomi depressivi in aumento tra i giovani”

next
Articolo Successivo

In polvere e con meno materiale virale, ecco il nuovo candidato vaccino a Rna messaggero: è auto-amplificante

next