Galeotti furono gli incentivi; anzi, la loro assenza. Il ritardo degli ecobonus, annunciati ma non emanati, ha contribuito alla frenata del mercato nel mese di marzo, che si è chiuso a 119.497 immatricolazioni, pari a un crollo del 29,7%. Ed equivalente a un buco di oltre 50 mila auto rispetto al marzo 2021. Sicché, il primo trimestre del 2022 si ferma a 338.258 unità immatricolate, in calo del 24,4% e con 109 mila immatricolazioni in meno del primo trimestre 2021. Se si fa riferimento all’ultimo marzo precedente la pandemia, cioè a marzo 2019, il calo è di ben il 38,5% (e del 37,1% sul gennaio-marzo 2019).

“Gli annunci e la conseguente aspettativa degli incentivi stanno di fatto paralizzando il mercato ormai da mesi e, se il Governo non provvede a emanare con urgenza il decreto attuativo che li rende fruibili, si rischia di aggravare e prolungare ulteriormente la crisi delle immatricolazioni” avverte in una nota ufficiale Michele Crisci, Presidente dell’UNRAE. Crisci ribadisce anche la necessità di estendere i tempi di consegna dei veicoli prenotati o già acquistati: “il prolungamento a 360 giorni dei termini di consegna è un provvedimento indispensabile per ovviare ai problemi ormai endemici delle catene di fornitura internazionali, aggravati dal conflitto in Ucraina, che costringono le Case automobilistiche a rallentare la produzione e ritardare le consegne. È necessario inoltre che il decreto attuativo – aggiunge il Presidente dell’UNRAE – non escluda dai sostegni all’acquisto nessuno dei soggetti interessati, comprendendo quindi oltre alle persone fisiche anche le persone giuridiche (aziende e società di noleggio) e non imponga tetti di prezzo ribassati rispetto agli incentivi precedenti, che avevano dimostrato tutta la loro efficacia”.

Le cause che hanno portato a questa situazione, oltre a quelle ripotare da Crisci, sono da ricercarsi negli strascichi della pandemia – con il crollo del Pil nel 2020 e il recupero soltanto parziale nel 2021 – nella crisi dei microchip e di altri componenti essenziali nella produzione di automobili, nonché nella guerra in Ucraina, con il suo impatto anche psicologico, il riaffacciarsi dell’inflazione e la minaccia di una nuova stagflazione (stagnazione e inflazione: trattasi di una crescita rallentata o del tutto ferma, accompagnata da una forte accelerazione dei prezzi al consumo). “A tutto questo si è aggiunta poi nel nostro Paese una vicenda di cui certamente non vi era bisogno e cioè il fatto che il Governo da mesi annuncia che adotterà incentivi per sostenere la domanda di auto, ma oggi siamo ancora nella fase degli annunci”, ribadisce Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor: “Questo fatto costituisce un freno importante per la domanda di auto che ancora vi sarebbe nonostante tutti gli elementi che abbiamo citato. Gli interessati all’acquisto di un’auto, infatti, oggi non comprano perché attendono di poter usufruire degli incentivi. Tra l’altro un meccanismo analogo sta operando anche sul mercato dei pneumatici per il quale è stato preannunciato un bonus per l’acquisto che però non è ancora operativo”.

Venendo all’analisi del mercato, emerge che il canale dei privati segna una pesante flessione, pari al 29,7%, con una quota che si ferma al 60,9%. Nel 1° trimestre i privati perdono il 25% dei volumi, scendendo al 63,1% (-1,4%). Le autoimmatricolazioni (le cosiddette “auto a km zero”), con un -37,9% di autovetture, calano all’8,8% di quota in marzo e al 9,5% nel cumulato. Anche il noleggio a lungo termine segna una perdita del 20,3% dei volumi, con una share comunque in progressiva crescita e pari al 19,4% nel mese e al 18,3% in gennaio-marzo. Il noleggio a breve termine in marzo sperimenta la performance peggiore e, con quasi la metà delle immatricolazioni perse, si porta al 4,4% di rappresentatività nel mese e al 3% nel trimestre. Le società con un calo del 16,9% e inferiore al mercato complessivo, incrementano la propria penetrazione al 6,5% in marzo e al 6,1% nel cumulato.

Fra le alimentazioni, cresce solo il Gpl, che sale del 6,9% in volume e al 9,3% di quota (8,9% nel 1° trimestre). Sotto tono volumi e quota delle auto elettriche, al 3,7% in marzo (3,3% in gennaio-marzo) e le immatricolazioni delle ibride plug-in, che mantengono una quota del 5% sia sul mese che sul cumulato. Le motorizzazioni tradizionali, benzina e diesel, perdono il 37,6% e il 39,2%, portandosi al 27,3% e 21,1% di share (27% e 20,8% nel cumulato). Il metano scende del 70% in volume, a una quota di minimo dell’1,1% nel mese (1,2% nel cumulato). Le ibride confermano la prima posizione fra le preferenze degli automobilisti al 32,5% di share, seppur con volumi in flessione del 14,8% (al 33,8% nel trimestre), con le “full” hybrid al 9,2% e le “mild” al 23,3%.

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