La famiglia di Luana D’Orazio, l’operaia di 22 anni morta il 3 maggio 2021 mentre stava lavorando a un orditoio a Montemurlo, ha rifiutato l’offerta di risarcimento da 1,2 milioni di euro presentata dalla compagnia assicurativa Unipol per conto dell’azienda dove era impiegata la giovane. A farlo sapere è Andrea Rubini, l’amministratore delegato di Gesi Group, la società di consulenza dei familiari di Luana, che ha risposto all’offerta giudicandola “incongrua”. “Abbiamo scritto all’assicurazione una risposta formale, spiegando loro – chiarisce lo stesso Rubini – che i danni patrimoniali e non, sono ancora da quantificare. Non riteniamo stabilizzata la situazione, ci riserveremo di approfondire la questione nelle prossime settimane”.

L’offerta della compagnia con cui aveva una copertura assicurativa la ditta Orditura Luana, in cui lavorava la giovane Luana, giunge a pochi giorni dall’udienza preliminare del procedimento fissata per il prossimo 7 aprile, nella quale compariranno i tre imputati accusati di omicidio colposo e rimozione dolosa delle cautele del macchinario a cui lavorava Luana: la titolare dell’azienda Luana Coppini, il marito Daniele Faggi considerato ‘titolare di fatto’ dall’accusa e il tecnico manutentore esterno Mario Cusimano. “Se sarà possibile – anticipa Rubini riguardo all’udienza – la madre di Luana si costituirà parte civile nel procedimento”. La vicenda della morte della giovane operaia sarà discussa per la prima volta in un’aula di tribunale, a quasi un anno dalla tragedia. La procura di Prato aveva chiuso le indagini lo scorso 5 ottobre.

Secondo gli accertamenti effettuati dal consulente nominato dagli inquirenti, l’ingegner Carlo Gini, l’orditoio per la campionatura al quale era stata assegnata la giovane aveva i dispositivi di sicurezza disattivati. L’incidente sarebbe avvenuto mentre il macchinario viaggiava ad alta velocità, una fase in cui le saracinesche di protezione dovrebbero rimanere abbassate. Secondo la difesa degli indagati, tuttavia, questa perizia sarebbe incongruente: per questo i legali avevano chiesto un nuovo incidente probatorio, che il giudice per le indagini preliminari non ha concesso. L’offerta di risarcimento di Unipol, giunta formalmente all’inizio di questa settimana, consiste in 336 mila euro da assegnare a ciascuno dei genitori di Luana e a suo figlio di 6 anni: il massimo previsto dalle tabelle del danno non patrimoniale. A questi importi vanno aggiunti 100 mila euro offerti per il fratello della giovane vittima.

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