La Corte dei conti ha concesso il visto di legittimità al provvedimento del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili (Mims) che approva l’accordo transattivo tra il governo e Autostrade per l’Italia per il passaggio in mano pubblica della concessionaria, firmato a luglio 2020. In base a quell’accordo, l’88,06% del capitale di Aspi in mano ad Atlantia (la holding della famiglia Benetton) passa al consorzio formato da Cassa depositi e prestiti (che avrà il 51%) con i fondi Blackstone e Macquarie (24,5% ciascuno) per 7,9 miliardi, di cui circa 2,5 andranno ai Benetton, proprietari al 30% di Atlantia. Le motivazioni saranno rese note non appena sarà depositata la delibera nei termini di legge. Contro la transazione si erano battuti fin dall’inizio i familiari delle vittime del crollo del ponte Morandi, che ancora alla vigilia della decisione – tramite una lettera inviata alla Corte dei conti dalla portavoce Egle Possetti – avevano chiesto di far prevalere “la ragione, l’equità e la giustizia”, dicendosi, “certi che questo accordo leda profondamente l’erario e sia la conferma che in Italia chi commette gravi errori, o addirittura reati definiti anche da un probabile patteggiamento, non abbia nessun tipo di penalizzazione, anzi possa addirittura uscirne vincitore”.

L’ok arrivato dai giudici contabili “è la più grande vergogna mai vista in Italia”, è lo sfogo di Possetti dopo la decisione. “Evidentemente era già tutto pianificato. Se fossi uno degli azionisti di Aspi starei nascosto in casa per il resto della mia vita e invece ricevono il plauso per il loro magnifico lavoro“, ironizza. “Nessun livello decisionale ha voluto fermare questo marchingegno. Con il patteggiamento rinunciano a difendersi accettando l’impianto accusatorio e per il nostro Paese sono soggetti idonei al ricevimento di esborsi miliardari, sulla pelle dei cittadini morti e di coloro che pagheranno i danni di anni di incuria, tutti coloro che hanno contribuito a questo scempio dovrebbero restare chiusi in casa per sempre, per espiare le loro colpe, ma alcuni li vediamo già gongolanti in attesa della prossima grigliata. Nessuna verginità riacquisita, nessun perdono!”, conclude.

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